L'Ue pensa a nuove sanzioni da imporre a Mosca se invade l'Ucraina, ma c'è un costo da pagare

David Carretta

Non ci sono più dubbi su un azione militare di Mosca e si prepara un pacchetto in funzione di deterrenza. Ma per Bruxelles il vero dilemma riguarda quale costo è disposta a sostenere pur di far pagare un prezzo insostenibile a Putin

L’Unione europea si trova di fronte a una scelta esistenziale, nel momento in cui viene spinta dall’Amministrazione di Joe Biden a fare sul serio sulla minaccia della Russia di invadere l’Ucraina. L’aspirante attore geopolitico europeo, che vuole affermare la sua autonomia strategica nella rivalità tra Stati Uniti e Cina, è chiamato a preservare un minimo di stabilità nel suo vicinato. L’Amministrazione Biden ha avvertito che un’invasione dell’Ucraina potrebbe avvenire già all’inizio del 2022. Gli europei inizialmente avevano accolto con scetticismo le informazioni di intelligence condivise dagli Stati Uniti sulle intenzioni di Vladimir Putin. Ma ora nessuno più nell’Ue dubita della potenziale invasione.

 

L’Unione europea non è un’alleanza militare e così può usare solo i muscoli delle sanzioni. I ministri degli Esteri dei 27 ieri hanno iniziato ad assemblare un pacchetto di misure economiche e finanziarie che dovrebbe servire da deterrente nei confronti di Putin. “Siamo in modalità dissuasione per evitare la crisi prima che inizi”, ha spiegato l’Alto rappresentante, Josep Borrell: “In ogni caso invieremo un segnale chiaro che qualsiasi aggressione contro l’Ucraina avrà un costo alto per la Russia”. Ieri l’Ue ha imposto sanzioni contro il gruppo di mercenari russi Wagner per i crimini commessi in Ucraina, Siria, Libia e altri paesi, ma è sul Nord Stream 2 che potrebbero esserci dei progressi importanti.

 

Per la prima volta, con l’arrivo del nuovo governo di Olaf Scholz, la Germania sembra pronta a rimettere in discussione il gasdotto. Ma servirà di più per convincere Putin che il costo di una guerra è troppo alto. Sul Nord Stream 2 è stata Annalena Baerbock, ministro degli Esteri e leader dei Verdi tedeschi, a segnalare la possibile svolta. Nei suoi viaggi a Parigi e Bruxelles, il nuovo cancelliere Olaf Scholz era stato più volte interrogato sul gasdotto, ma aveva evitato di dare risposte chiare. Di ritorno dalla riunione dei ministri degli Esteri del G7 a Londra, Baerbock ha spiegato che il  Nord Stream 2 “non può essere approvato così com’è” a causa delle regole dell’Ue sul mercato dell’energia. Ma poi è andata oltre i tecnicismi giuridici che hanno spinto il regolatore delle reti in Germania a sospendere la certificazione del gasdotto. “E’ stato concordato tra gli americani e l’ex governo tedesco che in caso di una nuova escalation questo gasdotto non potrà entrare in servizio”, ha detto Baerbock alla Zdf.

 

Il problema del Nord Stream 2 per l’Ue è che sul gas è Putin ad avere il vantaggio. Con la bolletta energetica già alle stelle, gli europei sono terrorizzati da un altro aumento dei prezzi del gas. Dopo le parole di Baerbock, il prezzo del gas in consegna a gennaio è salito a 118,7 euro per megawatt ora, oltre il record di 117,5 euro di ottobre. Anche altre sanzioni su cui stanno discutendo l’Ue, gli Stati Uniti e il Regno Unito avrebbero un costo per gli europei. L’arma nucleare è escludere la Russia dal sistema di pagamento internazionale Swift. Un’altra ipotesi è di impedire la conversione dei rubli in dollari o euro e colpire le banche. In entrambi i casi ci sarebbero ripercussioni per gli interessi economici di alcuni stati membri, a partire da Germania e Italia. A Bruxelles si studiano anche sanzioni più soft, come inserire nella lista nera gli oligarchi vicini a Putin o prendere di mira la banca di sviluppo Veb. “In caso di aggressione russa, vogliamo essere pronti ad adottare misure in 72 ore”, spiega al Foglio un diplomatico dell’Ue.

 

Saranno i capi di stato e di governo a decidere nel loro vertice di giovedì quali sanzioni presentare a Putin. La Commissione e l’Alto rappresentante hanno preparato “una serie di scenari” e “per ogni scenario una risposta”, ha spiegato Borrell. Il dilemma è quale costo l’Ue è disposta a sostenere per far pagare un prezzo insostenibile a Putin.