europa ore 7

Baerbock vuole una Germania potenza nel mondo

La ratifica del Recovery in Estonia e Irlanda, i dubbi dei finlandesi dopo le parole di Dombrovskis, il nuovo collasso di Baudet nei Paesi Bassi e il paese con meno matrimoni in Ue

David Carretta

La leader dei Verdi tedeschi sembra determinata a ridefinire il ruolo della Germania sulla scena internazionale e finora ha presentato una visione geopolitica molto diversa da quella di Angela Merkel. Un approccio meno prudente in politica estera da parte di Berlino potrebbe cambiare anche le ambizioni europee. I casi di Russia e Cina

Annalena Baerbock trasformerà la Germania in una potenza geopolitica? La candidata alla cancelleria dei Verdi in Germania sembra determinata a ridefinire il ruolo della Germania sulla scena internazionale, uscendo dalla tradizionale prudenza che ha caratterizzato i governi di Berlino in politica estera. In una serie di interviste e interventi, Baerbock ha presentato una visione geopolitica molto diversa da quella di Angela Merkel. La Cina? E' un "rivale sistemico" dell'Europa, ha detto la candidata dei Verdi impegnandosi a fare in modo che l'Ue non importi più merci cinesi prodotte con il lavoro forzato. La Russia e Nord Stream 2? "Questo gasdotto è in contraddizione con le nostre sanzioni. Non può funzionare", ha spiegato Baerbock. Nei toni e nella sostanza, la candidata dei Verdi promette una vera rottura, che potrebbe modificare in modo sostanziale la capacità dell'Unione europea di essere un attore di primo piano sulla scena internazionale.

Le ambizioni dell'Ue in politica estera sono spesso state frenate dalle priorità della Germania. Cina e Russia sono gli esempi più recenti. L'accordo sugli investimenti con Pechino concluso il 30 dicembre, al penultimo giorno della presidenza tedesca dell'Ue, era una priorità per Merkel, che voleva assicurarsi un migliore accesso al mercato cinese per le sue imprese. La cancelliera non ha voluto ascoltare i dubbi di diversi stati membri e della futura amministrazione Biden, spingendo la Commissione di Ursula von der Leyen a chiudere l'accordo con la Cina. Il calcolo di Merkel e della sua squadra diplomatica era (ed è) che Xi Jinping non voglia spingere gli europei nelle braccia degli Stati Uniti, nel momento in cui si annuncia una nuova guerra fredda. Ma le dure contro-sanzioni imposte da Pechino alle sanzioni dell'Ue sulla repressione degli uiguri nello Xinjiang mostrano che il calcolo di Berlino è sbagliato. La Cina si sente forte e vuole farlo sapere al mondo, incurante di quella che potrebbe essere la reazione dell'Europa o dell'America.

Sulla Russia la Germania ha frenato per l'adozione di nuove sanzioni sul caso Navalny, l'aggressione all'Ucraina o le operazioni condotte dai servizi di Mosca in Europa. Dopo qualche esitazione a seguito dell'avvelenamento di Navalny, Merkel è tornata a difendere Nord Stream 2 come un progetto commerciale, nonostante la richiesta dell'amministrazione Biden e di gran parte dell'Ue (perfino la Francia) di porre fine al completamento del gasdotto. La politica estera incarnata da Merkel è condivisa sia dalla Cdu-Csu sia dai socialdemocratici. Il candidato cancelliere della Cdu-Csu, Armin Laschet, è considerato un russofilo. Quello della Spd, Olaf Scholz, difende Nord Stream 2 e i buoni rapporti con la Cina. Baerbock rappresenta una ventata di aria fresca, in parte eredità della dottrina di Joschka Fischer: non solo riporterebbe la Germania al suo atlantismo, ma potrebbe spingerla a un ruolo molto più attivo nel mondo mettendo la sua potenza economica al servizio della potenza politica europea.

 

A proposito di Germania, sul Foglio Paola Peduzzi spiega perché i liberali della Fdp sono liberali di mezzo: né negazionisti, né troppo cauti. L'idea del rischio responsabile sta risollevando l'Fdp tedesco che oggi va a Congresso.

 


Buongiorno! Sono David Carretta e questa è Europa Ore 7 di venerdì 14 maggio, realizzato con Paola Peduzzi e Micol Flammini, grazie a una partnership con il Parlamento europeo.


 

Estonia e Irlanda ratificano il Recovery fund (in attesa della Finlandia) - Estonia e Irlanda hanno ratificato la decisione sulle risorse proprie dell'Ue, lo strumento legale che consente alla Commissione di indebitarsi sui mercati per finanziare il Recovery fund. Finora 21 stati membri hanno ratificato la decisione sulle risorse. Il commissario al Bilancio, Johannes Hahn, ieri ha lanciato un appello agli altri stati membri a “accelerare il processo in modo che possiamo iniziare in tempo con l'implementazione di Next Generation Eu”. Il più problematico è la Finlandia, dove l'opposizione sta conducendo un intenso ostruzionismo in Parlamento per ostacolare il voto sulla ratifica che era stato programmato per mercoledì. Ieri mattina la presidente della Camera, Anu Vehviläinen, ha annunciato una sospensione della seduta dopo 20 ore consecutive di discussione. Il dibattito è ripreso ieri sera. Ma il voto è in bilico a causa della maggioranza dei due terzi necessari per la ratifica.

Dombrovskis rafforza i dubbi finlandesi sul Recovery fund - Nel voto al Parlamento finlandese sulla decisione sulle risorse proprie, i partiti della coalizione che sostiene il governo di Sanna Marin non sono sufficienti per arrivare ai due terzi di “sì”. Il partito di centrodestra pro-europeo all'opposizione, Kokoomus, è decisivo. Il suo leader, Petteri Orpo, aveva annunciato l'astensione per abbassare il quorum, ma lasciando libertà di voto ai suoi deputati. Alcuni parlamentari di Kokoomus hanno annunciato il voto contrario. Poi la fronda si è rafforzata questa settimana a causa di... Valdis Dombrovskis. In un'audizione al Parlamento europeo, il vicepresidente della Commissione ha aperto per la prima volta alla possibilità di trasformare il Recovery fund in uno strumento permanente. “Penso che più successo avremo nell'attuazione di questo dispositivo più ci sarà margine per avere discussioni per avere uno strumento permanente”, ha detto Dombrovskis. Le parole del vicepresidente della Commissione, considerato un falco attento alle ragioni dei paesi del nord, hanno creato allarme nel partito di centrodestra finlandese. La fronda interna a Kokoomus potrebbe compromettere il via libera alla decisione sulle risorse proprie.

Nei Paesi Bassi il Forum per la democrazia collassa di nuovo - Otto settimane dopo aver conquistato otto seggi nel parlamento olandese, il partito di estrema destra Forum per la democrazia di Therry Baudet si è spaccato a causa delle contestazioni interne contro il suo leader. Wybren van Haga ha annunciato la creazione di un suo partito, con altri due deputati eletti con il Forum per la democrazia, Hans Smolders e Olaf Ephraim. Il Forum per la democrazia aveva già attraversato una prima crisi esistenziale lo scorso dicembre per i casi di antisemitismo interni al partito che avevano coinvolto Baudet. Con la nuova formazione di van Haga, la Tweede Kamer (Camera bassa) avrà 18 partiti.

L'Italia è il paese dell'Ue dove ci si sposa meno - L'Italia è il paese dell'Unione europea in cui ci sono meno matrimoni rispetto alla popolazione, secondo i dati pubblicati ieri da Eurostat su matrimoni e divorzi nel 2019. I paesi con il tasso più alto di matrimoni sono Cipro (8,9 matrimoni ogni 1.000 abitanti), Lituania (7,0), Lettonia e Ungheria (entrambi 6,7) e Romania (6,6). Gli stati membri che hanno registrato il tasso più basso di matrimoni sono l'Italia (3,1 matrimoni ogni 1.000 abitanti), il Portogallo e la Slovenia (entrambi 3,2). L'Italia è in bassa classifica per il numero di divorzi rispetto alla popolazione. I tassi di divorzio più alti sono stati registrati in Lettonia, Lituania e Lussemburgo (con 3,1 divorzi ogni 1.000 abitanti), mentre quelli con i tassi più bassi sono Malta e Irlanda (entrambi 0,7), Slovenia (1,2) e Italia (1,4). Nel 2019 ci sono stati circa 1,9 milioni di matrimoni e 800.000 divorzi nell'Ue. Dal 1964 il tasso di matrimonio è calato di quasi il 50 per cento in termini relativi, mentre quello di divorzio è più che raddoppiato. In Italia il tasso di matrimonio è passato da 8,1 ogni 1.000 abitanti nel 1964 a 3,1 nel 2019. A seguito della legalizzazione, in Italia il tasso di divorzio è passato da 0,2 ogni 1.000 abitanti nel 1980 a 1,4 nel 2019.

 


Accade oggi in Europa

- Le istituzioni europee sono chiuse oggi per il ponte dell'ascensione

- Commissione: visita della vicepresidente Vestager in Grecia e partecipazione al Forum economico di Delfi

- Parlamento europeo: webinar sulla cybersicurezza e i fondi di Next Generation Eu

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