Gerusalemme, centinaia di persone al funerale di Eli Kay ucciso da un militante di Hamas (AP Photo/Oded Balilty) 

editoriali

Quante balle palestinesi

Redazione

I social rendono più facili i tentativi di insabbiare un attentato di Hamas

Sheikh Fadi Abu Shkhaydam è un predicatore palestinese legato al gruppo terrorista Hamas che domenica si è messo a sparare fra i vicoli di Gerusalemme con l’intento di ammazzare quanti più civili possibili. Ha ucciso una guida turistica, Eliyahu Kay di 27 anni, e ha ferito altre quattro persone prima di essere abbattuto dalla polizia.

  

Mohammed el Kurd è un attivista palestinese che ha vissuto negli Stati Uniti ed è salito alla ribalta internazionale la scorsa primavera perché era la voce delle proteste a Sheikh Jarrah, un quartiere di Gerusalemme al centro di una contesa giuridica con Israele. Hamas sfruttò la contesa come casus belli per dieci giorni di guerra contro gli israeliani, ma torniamo a El Kurd. Su Twitter l’attivista ha scritto che l’uomo “ha sparato a un settler del Sudafrica in un scambio a fuoco (foto qui sotto)” e “ha ferito tre soldati dell’occupazione”. Nella foto, presa al tempo della leva, Kay è in uniforme. Ora, l’uomo ucciso era un civile. Non era un settler. Non è stato ucciso in uno scambio a fuoco, ma a sangue freddo, a sorpresa, durante un attentato contro civili. El Kurd, che è ascoltato come un profeta o una star della causa, non riesce a scrivere una sola cosa giusta.

  

Un attentato contro i civili (celebrato da Hamas con la solita distribuzione di dolciumi) diventa uno scontro militare. Il che dimostra ancora una volta che i social sono molto più menzogneri dei media ufficiali, anche se l’opinione pubblica è convinta che sia il contrario e che siano portatori di verità. È un abbaglio, chissà in quanti se ne renderanno conto. 
 

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