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Editoriali

14 anni a Viktar Babaryka

Redazione

Condannato l’oppositore che più ossessiona il dittatore bielorusso Lukashenka

Viktar Babaryka tra tutti gli oppositori del regime bielorusso è quello che più ossessiona, da sempre, il dittatore Aljaksandr Lukashenka. Lo scorso anno, si era candidato alle elezioni presidenziali, ma è stato arrestato prima che potesse partecipare. E’ un banchiere e si era dimesso dalla Belgazprombank per dedicarsi alla politica, la sua campagna elettorale era iniziata molto bene, grande seguito, molto entusiasmo tra diverse fasce della popolazione, un programma serio e soprattutto una parola proibita: democrazia.

 

Tanto è bastato per farlo arrestare, ma Babaryka aveva già inventato uno dei simboli della protesta di Minsk: i cuori. Ieri è arrivata la sentenza dopo mesi di processi e Babaryka è stato condannato a quattordici anni da trascorrere in una colonia penale, luogo di detenzione conosciuto per le violenze e le brutalità. Le accuse a Babaryka sono di corruzione e riciclaggio. Il banchiere ha rifiutato le accuse, ha detto che non può riconoscersi colpevole per qualcosa che non ha mai commesso e ha detto che a lui bastano le parole dei suoi figli prima della condanna per farlo sentire innocente: “Non ci vergogniamo di nostro padre”. Questo è il sentimento del popolo bielorusso, che ieri era fuori dal tribunale per protestare contro la condanna, la prima di uno dei leader dell’opposizione.

 

Durante il processo e la sentenza Babaryka sorrideva, confida nel fatto che la fine del dittatore sarà lunga, ma avverrà perché la sua condanna è una risposta alla paura. “L’oscurità e le bugie non possono durare per sempre”, ha detto mesi fa in aula. Ieri davanti al tribunale i bielorussi presenti erano tanti, Lukashenka fa comizi da solo con le telecamere che non riprendono mai la folla, perché non c’è, e quattordici anni di colonia penale al suo oppositore non lo aiuteranno a riconquistare i suoi cittadini, che sanno che di tutta questa situazione c’è un solo colpevole in Bielorussia, ed è lui.

 

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