Rafal, che schiocco!
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Roma. Quando il sindaco di Varsavia, Rafal Trzaskowski, è stato scelto come candidato per le elezioni presidenziali dal maggior partito di opposizione, Coalizione civica (Ko), sapeva di avere pochissimo tempo e il compito grandissimo di riorganizzare la campagna elettorale contro il suo principale rivale: il presidente in carica e candidato del PiS (Diritto e giustizia), Andrzej Duda. C’erano altre cose però da rifare, da ristabilire, da chiarire, come l’identità del suo partito e anche della nazione. E lui con vivacità, forza e testardaggine è andato a ricordare a ogni città e paesino della Polonia quali sono le idee della sua coalizione e cos’è l’anima polacca. Perché anche di questo lo avevano accusato: di non rappresentare bene l’anima della nazione e lui invece quest’anima l’ha fatta venire fuori e le ha dato un’identità. In questa campagna elettorale paese per paese, con il motto “per un presidente forte e una Polonia per tutti”, i comizi del sindaco di Varsavia sono suonati come uno schiocco – lo chiamano Trzask, che è la prima parte del suo cognome ma che vuole anche dire schiocco (provate a pronunciarlo: “Ciask!”. Lo sentite?). Non ha mai provato a parlare come i populisti. Non si è mai sottratto alle domande di nessun giornalista, mentre Duda si faceva intervistare soltanto dalla televisione di stato e di propaganda. Ieri la campagna è andata avanti fino all’ultimo secondo prima di mezzanotte. L’ordine da parte di Tusk, l’ex presidente del Consiglio europeo e fondatore del partito di Trzaskowski, era: “Non piagnucolare, non lamentarsi. Convincere e mobilitare, chiunque, ovunque fino all’ultimo istante. Dai la caccia al bolscevico!”, così aveva scritto su Twitter. E così ha fatto Trzask, uno schiocco dopo l’altro: ha incontrato il premio Nobel Olga Tokarczuk; è stato in sei comuni diversi, inclusa Varsavia, a ogni incontro ha ripetuto come è, secondo lui, la nazione che lo hanno accusato di non rappresentare: “E’ giusta, è saggia, ospitale, sorridente, per tutti”.
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