Un Ilyushin Il-76 pronto al decollo a Chkalovsky per portare aiuti sanitari a Roma (foto LaPresse)

Congratulazioni caro governo russo

Daniele Raineri

Voi sì che sapete come fare per conquistare il favore della popolazione indigena

Molodtsy caro governo russo. Bravissimi. Negli ultimi anni vi siete specializzati nell’arte di portare un paese intero dove volete voi con il minimo dello sforzo e il massimo del risultato. Lo avete appena fatto in Italia, dove avete conquistato i cuori e le menti – così si dice in gergo militare quando è necessario conquistare il favore della popolazione indigena – con un’operazione di soccorso sanitario molto vistosa. Quindici voli di aerei enormi come gli Ilyushin e gli Antonov, anche se ne sarebbero bastati meno a trasportare quel materiale ci dice una fonte specializzata, atterrati a Pratica di Mare e un nome molto azzeccato per la missione: “Dalla Russia con amore”. E il ministro degli Esteri sulla pista a fare la diretta. Questo è fare la cosa giusta al momento giusto. In Ucraina nel marzo 2014 vi siete portati via la Crimea con circa cinquecento uomini delle forze speciali in uniformi anonime – ricordate? Gli omini verdi – arrivati su tre aerei Ilyushin e il Cremlino continuò a insistere che non si trattava di militari russi. Fino a un anno più tardi, quando alcuni di quegli uomini furono premiati con una medaglia dal presidente russo Putin in persona. In Siria nel settembre 2015 siete arrivati con circa quaranta fra elicotteri e aerei da guerra e siete diventati indispensabili. Adesso qualsiasi negoziato sulla situazione in Siria deve passare per Mosca. E pensare che quando qualcuno cominciò a sospettare che fosse in corso il trasferimento di aerei e di altro materiale bellico dalla Russia alla Siria il portavoce del Cremlino smentì in modo severo: “Fantasie”. Due giorni dopo cominciarono i bombardamenti russi. In Libia ufficialmente non ci siete, ma tutti sanno che centinaia di mercenari e soldati russi partecipano all’assedio di Tripoli al fianco delle forze del generale Haftar. Quando e se Tripoli cadrà, la Russia potrà ricordare al generale libico il suo debito e con poche fiches giocate al momento giusto passerà all’incasso. A proposito, da quando i vostri uomini sono vicino Tripoli due droni – uno era italiano – sono caduti come sassi in due giorni, come se fosse arrivato nella zona qualche sistema d’arma più sofisticato di quelli in mano ai libici. Era il novembre 2019 e dei resti del nostro drone (un Predator con tecnologia americana) che avevamo chiesto indietro non si è più saputo nulla. Chissà, forse a qualcuno sul posto interessava dare un’occhiata da vicino a quella tecnologia.

 

 

Questa operazione in corso in Italia è molto meglio di tutte le altre, pulita e inattaccabile: un quasi ponte aereo con forniture sanitarie e una squadra di medici e di specialisti. In Italia c’è l’elettorato populista più sensibile alla linea politica di Mosca, già ideologicamente predisposto a schiumare contro l’Unione europea e contro le sanzioni e ad acclamare Putin, bastava poco per riaccendere l'entusiasmo. Certo, in questi anni ci sono stati anche fallimenti spettacolari, come per esempio il tentato assassinio di un disertore russo vicino a Londra con un agente nervino prodotto in un laboratorio militare – per rappresaglia centinaia di diplomatici russi furono espulsi dall’Europa. E le campagne di disinformazione sui social prodotte dalla Russia sono così ottuse che cominciano a perdere trazione. Ma sanno dove applicare la pressione giusta per far andare le cose come vogliono loro. E’ così facile vedere l’ovvietà della manovra russa per conquistare capitale politico e allo stesso tempo è così inutile provare a spiegarla. I mezzi militari con la bandiere della Russia che sfilano in autostrada dal Lazio alla Lombardia si vedono, i miliardi a zero vincoli del Fondo salva stati dell’Unione europea ci sono ma non si possono vedere e non possono diventare un video da scambiare via Whatsapp. Ieri il presidente del Consiglio Conte ha detto in Senato che “è impensabile che l’Italia cambi posizione geopolitica per delle forniture”. La posizione dell’Italia è scelta dalla gente che vota. L’Italia è anche un paese di dietrologi che vedono complotti dappertutto ma da oggi crederanno nella cieca benevolenza di Putin.

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  • Daniele Raineri
  • Di Genova. Nella redazione del Foglio mi occupo soprattutto delle notizie dall'estero. Sono stato corrispondente dal Cairo e da New York. Ho lavorato in Iraq, Siria e altri paesi. Ho studiato arabo in Yemen. Sono stato giornalista embedded con i soldati americani, con l'esercito iracheno, con i paracadutisti italiani e con i ribelli siriani durante la rivoluzione. Segui la pagina Facebook (https://www.facebook.com/news.danieleraineri/)