Pete Buttigieg (foto LaPresse)

Un dibattito che sa di buono

Redazione

I dem americani si sono sfidati in tv senza troppa brutalità. Che bravo che è Buttigieg

Le testimonianze al Congresso americano sull’impeachment attirano tutta l’attenzione del pubblico, che già è pochina, così il dibattito tra i candidati alle primarie del Partito democratico è passato in secondo piano, e per una volta ci sentiamo di dire: peccato. All’ombra dello spettacolo della messa in stato d’accusa del presidente Donald Trump, i democratici hanno dato il meglio di sé, hanno fatto un dibattito sui temi che interessano, hanno attaccato più Trump che loro stessi, si sono punzecchiati senza istinti cannibali: hanno presentato un’offerta variegata di come immaginano il paese che vorrebbero guidare. Il sito Politico ieri commentava: i democratici hanno ascoltato il consiglio di Obama, hanno parlato agli americani invece che ai “social media warriors”, ai lupi da tastiera, hanno fatto una gara – perché le primarie questo sono – ma non a chi urla più forte bensì a chi è più credibile, chi può essere l’interprete migliore e più attento delle necessità e delle aspettative dell’America.

 

Per un giorno, per un’ora, i canti “lock him up” riferiti a Trump che si alzano nei comizi di alcuni leader democratici sono sembrati lontani e orrendi: il confronto è stato serrato, ognuno ha avuto modo di infierire sulle debolezze dell’altro, ma senza sembrare rabbioso, vendicativo, trumpiano. In questo clima improvvisamente più sereno – non dura, ma non è affatto male – tutti gli occhi erano rivolti a Pete Buttigieg, il sindaco trentasettenne di South Bend che è spuntato in cima ai sondaggi del primo caucus che apre le primarie, in Iowa il 3 febbraio. Gli altri lo hanno criticato per la sua poca esperienza, perché non è abbastanza duro con le corporation tech e perché anzi è il beniamino dei finanziatori con la sua proposta moderata e riformatrice, ma nessuno è stato brutale, e lui ha dato prova di non temere la pressione. Anzi: rispondeva a tono, preciso, un bersaglio tutt’altro che facile. Dall’entourage di Bernie Sanders hanno spiegato: Buttigieg è l’uomo del momento, ma poi chissà, si vedrà. I rivali non pensano che il sindaco sia una minaccia insomma, ma in questo clima sospeso in cui non sai a chi riservare i colpi letali il Partito democratico è apparso, per un giorno, per un’ora, promettente.

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