Marine Le Pen (foto LaPresse)

Marine Le Pen e il prestito dagli Emirati Arabi Uniti. Era meglio la Russia

Un’inchiesta di Mediapart fa luce sui finanziamenti al Rassemblement

Roma. Nel 2014 Marine Le Pen aveva bisogno di denaro per portare avanti la campagna elettorale dell’allora Front national. La leader frontista, che si era vista rifiutare i prestiti dalle banche francesi, aveva chiesto ai suoi uomini di fare di tutto per trovare questo denaro altrove. I suoi uomini tanto fecero che arrivarono fino a una banca semisconosciuta fondata in Repubblica ceca e trasferitasi a Mosca, la First Czech Russian Bank che acconsentì subito a versare al Front national 9,4 milioni di euro a un tasso di interesse del 6 per cento. Fu Mediapart a parlarne, nel 2017 Marine Le Pen perse le elezioni contro Emmanuel Macron e ora la First Czech non esiste più, ma esiste il prestito che il partito ha continuato a pagare a una sconosciuta, la signora Romanova. Ieri il sito francese Mediapart ha pubblicato un’altra inchiesta, sempre su Marine Le Pen, sempre sui suoi prestiti, questa volta non dalla Russia, ma dagli Emirati Arabi Uniti. Nel 2017, il Rassemblement ha ottenuto un prestito di otto milioni di euro da Laurent Fioucher, un uomo d’affari francese che opera in Africa e molto vicino a Claude Gueant, ex ministro dell’Interno di Nicolas Sarkozy. La somma è passata attraverso una banca con sede negli Emirati Arabi Uniti e sull’origine dei fondi, scrive Mediapart, rimangono ancora dei dubbi. In poche parole: i sovranisti francesi prima volevano soldi dalla Russia, con la quale almeno ci sono affinità ideologiche, anche se sarebbe meglio dire che c’è un rapporto di vassallaggio; poi hanno preso denaro passato dagli Emirati Arabi Uniti. Perché i sermoni contro il globalismo e contro gli stranieri vanno sempre bene, tranne quando c’è da riempire le casse del partito che sono sempre in sofferenza.