Le forze speciali intervengono al Wal-Mart di El Paso (foto LaPresse)

Il disegno dietro le stragi americane

Daniele Raineri

Fanatici di destra e di sinistra uniti dall’accelerazionismo violento

Roma. E’ possibile vedere un disegno nelle stragi che avvengono in America e – per quanto possano sembrare indecifrabili – adesso gli esperti sostengono di capire la direzione che gli sparatori hanno imboccato. In meno di una settimana, tra domenica 28 luglio e sabato 3 agosto, ci sono stati tre di questi attacchi senza connessioni apparenti tra loro. Al Gilroy Garlic Festival in California l’attentatore era un esaltato che forse credeva in un saggio protofascista sul diritto del più forte e ha fatto tre morti, a El Paso in Texas vicino al confine messicano lo stragista era un fanatico anti immigrazionista e ha ammazzato venti persone nei grandi magazzini Walmart, a Dayton in Ohio l’attentatore si definiva “satanista” e “di sinistra” e ha ammazzato prima la sorella e poi otto passanti – è stato colpito alla schiena dalla polizia e ucciso un secondo prima che riuscisse a entrare ancora armato in un locale dove si erano rifugiate decine di persone in preda al panico. Per ricostruire le motivazioni si mettono assieme immagini e frammenti di dichiarazioni fatte anche anni prima sui social media, tranne nel caso di El Paso perché lo stragista ha postato un manifesto esplicito prima di mettersi a sparare.

 

Il tratto comune di queste stragi e di alcune che sono venute prima, come nei casi della sinagoga di Pittsburgh e della moschea di Christchurch, è il concetto di accelerazionismo, ci spiega Jade Parker, una specialista nella sorveglianza delle attività online di “non-state violent actors” – quindi della gamma di soggetti pericolosi che va dagli islamisti all’estrema destra e mette in pericolo la sicurezza americana. Parker ha accesso a forum chiusi e a chat private dei fanatici di cui l’utente comune non conosce nemmeno l’esistenza. L’accelerazionismo è la volontà di accelerare la fine ritenuta molto vicina delle istituzioni e dell’ordine sociale. Per esempio: fare una strage con un’arma da fuoco per costringere il governo a sequestrare le armi da fuoco e così scatenare disordini. “La caratteristica comune a questi stragisti è che sono motivati dall’accelerazionismo violento. La loro intenzione è creare un conflitto tra fazioni negli Stati Uniti che porti alla guerra civile e al collasso della democrazia liberale”.  

 

“Questo piano ha una somiglianza di strategia con i gruppi islamisti che eseguono attacchi contro bersagli scelti per il potenziale di scatenare un conflitto settario (esempio: sunniti contro sciiti) e quindi per indebolire la fiducia sociale e destabilizzare le comunità. Ma in questi casi gli accelerazionisti violenti usano le loro convinzioni faziose. Anche se le loro ideologie specifiche sono differenti, non sono lupi solitari. Gli accelerazionisti violenti incitano a compiere questi attacchi terroristici e trovano reclute su forum online che coinvolgono un assortimento di comunità affini”. Parker elenca queste comunità di utenti vulnerabili ai reclutatori. Ci sono gli incel, gli uomini ossessionati in modo violento dalla mancanza di relazioni con le donne. I seguaci di QAnon, che è il culto che ha attratto decine di migliaia di seguaci convinti che il presidente americano, Donald Trump, sia alleato del procuratore speciale Robert Mueller nella lotta contro il cosiddetto Deep State che controlla segretamente il paese. Ci sono gli ecofascisti. E ci sono i suprematisti bianchi che vogliono la fine degli Stati Uniti d’America per creare un etnostato riservato ai soli bianchi. “Hanno fatto rete su alcune piattaforme internet. L’accelerazionismo violento è stato reso popolare da ‘Assedio’ (una raccolta di saggi neonazisti scritti dall’americano James Mason), ma adesso si è trasformato in una strategia del terrore ideologicamente agnostica. Questa tendenza rappresenta una rottura significativa dagli attacchi motivati dall’ideologia che vedevamo in passato con gli estremisti islamici e della destra. Nella forma presente dell’accelerazionismo, l’ideologia oppure le convinzioni dello stragista devono essere considerate in modo separato dalla motivazione finale dell’attentato, anche se nei casi che abbiamo visto finora sono le convinzioni a decidere il bersaglio: ebrei, latinos, musulmani…”.

 

“Per quel che riguarda il massacro di Pittsburgh – spiega Parker al Foglio – un amico di Robert Bowers (lo stragista), disse sui social che ‘è stata una prova generale per quello che verrà’. Si riferiva all’arrivo di altri attacchi, motivati, incoraggiati ed eseguiti da accelerazionisti violenti, e non limitati alle sinagoghe. Nel caso di Christchurch, il manifesto dello sparatore aveva un’intera sezione dedicata a incoraggiare forme varie di accelerazionismo, violento e non violento. A El Paso, lo sparatore è specificamente schierato sia contro i democratici sia contro i repubblicani perché gli accelerazionisti prendono sempre di default una terza posizione. Il suo manifesto spiega che la sua America ideale è una confederazione territoriale divisa per razze, quindi un sistema molto diverso dal nostro sistema di governo. A Dayton lo sparatore ha aperto uno dei suoi account sui social media scrivendo che l’accelerazionismo militare è necessario, nel gennaio 2019”.

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  • Daniele Raineri
  • Di Genova. Nella redazione del Foglio mi occupo soprattutto delle notizie dall'estero. Sono stato corrispondente dal Cairo e da New York. Ho lavorato in Iraq, Siria e altri paesi. Ho studiato arabo in Yemen. Sono stato giornalista embedded con i soldati americani, con l'esercito iracheno, con i paracadutisti italiani e con i ribelli siriani durante la rivoluzione. Segui la pagina Facebook (https://www.facebook.com/news.danieleraineri/)