Il premier Giuseppe Conte (foto LaPresse)

Assenti in Europa

Luciano Capone

Se Macron è a Bruxelles con Sánchez per ridisegnare l’Ue, Conte è a Roma con Toninelli per lo “sblocca cantieri”

Roma. Finita la conta, arriva il momento in cui i voti vanno pesati. All’indomani delle europee Emmanuel Macron è il più attivo nel tentativo di spostare gli equilibri post elettorali a suo favore. Lunedì sera ha incontrato a Parigi il premier spagnolo Pedro Sánchez, nuovo leader del Partito socialista europeo, e oggi per tutta la giornata è stato impegnato in una girandola di meeting con tutti i più importanti capi di governo dell’Unione. Macron, indicato in Italia come sconfitto da Marine Le Pen, è di fatto diventato in Europa l’“ago della bilancia” (ciò che voleva essere Luigi Di Maio) attraverso la sua fitta rete di relazioni politiche e diplomatiche. Il presidente francese cerca così di far valere il suo gruppo liberale per incunearsi nello storico bipolarismo Ppe-Pse europeo allo scopo di mettere al vertice della Commissione Margrethe Vestager (che è liberale) o Michel Barnier (che è del Ppe, ma è francese). Come si è mosso invece Giuseppe Conte? L’Italia parte già svantaggiata rispetto alla Francia: il M5s non fa parte di alcuna famiglia politica europea mentre la Lega è nella fazione sovranista che andrà all’opposizione; il governo non ha costruito alleanze regionali con i paesi mediterranei; i rapporti con la Germania sono così così e con la Francia pessimi (Di Maio è amico dei gilet gialli e Salvini della Le Pen, i due nemici di Macron). Come se non bastasse l’enorme marginalità politica, il governo italiano – che in campagna elettorale aveva annunciato un radicale cambiamento dell’Ue – è assente dalle discussioni in cui questo cambiamento prende forma. E così oggi, mentre Macron incontrava i leader europei, Conte era impegnato in un vertice sullo “sblocca cantieri” con Danilo Toninelli e altri viceministri e sottosegretari. Solo dopo è partito per Bruxelles, con arrivo all’Europa Building alle 17.45, un quarto d’ora prima dell’inizio della “Cena di lavoro dei membri del Consiglio europeo”. E ovviamente in questi casi, quando si arriva tardi, a tavola tocca mangiare quello che hanno preparato gli altri. 

  • Luciano Capone
  • Cresciuto in Irpinia, a Savignano. Studi a Milano, Università Cattolica. Liberista per formazione, giornalista per deformazione. Al Foglio prima come lettore, poi collaboratore, infine redattore. Mi occupo principalmente di economia, ma anche di politica, inchieste, cultura, varie ed eventuali