Zuzana Caputova è la prima donna presidente della Slovacchia (foto LaPresse)

Caputová mundi

Redazione

Antisistema senza essere populista. La lezione della nuova presidente slovacca

Indipendente, combattiva, fuori dall’establishment, divorziata, Zuzana Caputová è la prima presidente donna della Slovacchia: la sua carica non prevede un gran potere ma, in questa stagione in cui procediamo per sussulti e altalene, la sua elezione è diventata il simbolo di una riscossa più grande di lei e del suo paese piccino (poco più di 5 milioni di abitanti). Non soltanto nell’ambito di europeisti vs euroscettici – la Caputová è pro Europa – che è la sfida più importante in corso ora sul nostro continente in vista delle elezioni europee di fine maggio, ma anche nella costruzione di una leadership che sappia maneggiare quel-che-chiede-il-popolo senza diventare populista. Di esempi in questo senso non ce ne sono molti, anzi, sta prevalendo l’idea che un politico populista si può battere con un populismo di segno contrario o semplicemente di un partito opposto (stanno tornando la destra e la sinistra?): la Caputová dimostra che non è affatto così.

 

  

Lei è un avvocato che ha fatto battaglie ambientaliste e contro la corruzione, menando fortissimo l’élite che ha governato la Slovacchia nell’ultimo decennio, ponendosi come un’alternativa. Ha organizzato, insomma, una campagna antisistema, è stata molto attenta nei confronti diretti con il suo sfidante a non perdere mai né la calma né la concentrazione sui temi a lei cari, che sono soprattutto la corruzione, la sicurezza e l’Europa. In assenza di una formazione politica – anche se il suo partito è stato compatto con lei, lasciando le divisioni interne agli altri – la Caputová ha insistito sulle sue competenze e sulle sue battaglie vinte, difendendo valori comuni e di buon senso. Quando si dice che la nuova presidente slovacca ha disinnescato il populismo, si dimentica un pezzo della storia: ha disinnescato sì, stravolgendo al contempo l’élite politica dominante. Come primo atto da neopresidente è andata a mettere una candela a una veglia improvvisata in ricordo di Ján Kuciak, il giornalista ucciso più di un anno fa assieme alla sua fidanzata Martina Kusnírová. Il buon senso al governo, senza troppe sbavature ideologiche, con il pragmatismo di un avvocato tosto che ha due figlie adolescenti da crescere da sola.