Un poliziotto all'esterno di una chiesa a Karachi (foto LaPresse)

Asia Bibi è libera, la Corte Suprema del Pakistan ha respinto l'ultimo ricorso

Matteo Matzuzzi

Massiccio dispiegamento delle forze di sicurezza a Islamabad mentre il giudice Asif Khosa pronunciava la sentenza. I figli della donna cristiana condannata a morte per blasfemia si trovano già in Canada

Roma. Asia Bibi è libera. La Corte suprema del Pakistan ha respinto il ricorso contro la sentenza che lo scorso 31 ottobre aveva assolto la madre di famiglia cristiana condannata a morte per blasfemia. Il verdetto è stato pronunciato dal presidente del Tribunale, il giudice Asif Saeed Khosa. Dopo nove anni di detenzione e una doppia sentenza capitale, Asia Bibi potrà lasciare il paese. I figli si trovano in Canada, dove sono stati accolti in seguito alle minacce di morte da parte dei fondamentalisti pachistani che già nei mesi scorsi avevano promesso di mettere a ferro e fuoco l'intero paese se la donna non fosse stata impiccata.

 

Nei giorni immediatamente successivi alla sentenza della Corte suprema, diverse manifestazioni e blocchi stradali avevano interessato le principali città del paese e solo la decisione del massimo organo giudiziario del paese di valutare l'ennesimo ricorso aveva riportato la calma. Un verdetto – quello odierno –atteso, anche perché la composizione della Corte era la medesima dello scorso ottobre. Una revisione sarebbe stata dunque alquanto improbabile. Ieri il magistrato distrettuale locale aveva ordinato un massiccio dispiegamento delle forze di sicurezza a Islamabad, per evitare “deplorevoli incidenti”.

  • Matteo Matzuzzi
  • Friulsardo, è nato nel 1986. Laureato in politica internazionale e diplomazia a Padova con tesi su turchi e americani, è stato arbitro di calcio. Al Foglio dal 2011, si occupa di Chiesa, Papi, religioni e libri. Scrittore prediletto: Joseph Roth (ma va bene qualunque cosa relativa alla finis Austriae). È caporedattore dal 2020.