Cosa sappiamo dell'esplosione in un'università in Crimea

L'attentatore 18enne si è ucciso. Il governo russo parla di terrorismo. Decine le vittime, soprattutto studenti

Redazione

Questa mattina un ordigno riempito di proiettili è esploso nella mensa dell'istituto del Politecnico di Kerch, in Crimea. Secondo i primi rapporti dei soccorritori sarebbero almeno 18 i morti e una cinquantina i feriti.

  

Come riporta la Bbc il primo rapporto degli inquirenti aveva preso per buona l'ipotesi che l'esplosione fosse stata causata da una fuga di gas. Poco dopo invece un funzionario della guardia nazionale russa ha ammesso che l'incidente sarebbe un deliberato "atto terroristico". Il primo ministro della Crimea, il russo Sergei Aksyonov, ha dichiarato che l'attentatore – armato dell'ordigno e di un fucile – era uno solo e si è ucciso dopo l'esplosione. Si tratta di un ragazzo di 18 anni, ex studente dell'università di Kerch. Anche il portavoce del presidente russo Vladimir Putin, Dmitrij Peskov, ha affermato che gli inquirenti stanno considerando la pista terroristica. La direttrice dell'istituto, che non era però sul posto al momento dell'attacco, aveva riferito che prima dell'esplosione alcuni uomini armati si sarebbero introdotti nell'edificio.

  

Kerch è la città in cui è stato costruito il ponte inaugurato all'inizio di quest'anno che collega la Crimea alla Russia. Secondo quanto riportato dall’agenzia di stato russa Ria Novosti le misure di sicurezza sulla struttura sono state rafforzate dopo l'attacco.

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