Polizia vicino alla panchina di Salisbury, nel sud dell'Inghilterra, dove l'ex spia russa Sergei Skripal e sua figlia Yulia sono stati trovati in condizioni critiche il 4 marzo (LaPresse)

La polizia britannica ha trovato i sospetti dell'attacco chimico a Salisbury

Micol Flammini

Ancora non sono stati i diffusi i nomi, ma gli investigatori sono certi che si tratti di cittadini russi: sei uomini e una donna

Sei uomini e una donna, secondo quanto scrive il Guardian, sono sospettati dell’avvelenamento di Sergei Skripal e sua figlia Yulia. Ancora non stati diffusi nomi, ma si conosce la nazionalità. Le dichiarazioni della polizia britannica hanno confermato i sospetti: sono stati degli uomini di nazionalità russa. L'ambasciatore russo a Londra, Alexander Yakovenko, ha chiesto che venga diffusa l’identità: “Vogliamo avere informazioni ufficiali, non articoli dai giornali”.

 

 

Le indagini

A raccontare come gli investigatori siano riusciti a dare delle facce e un’identità ai sospetti è stata una fonte anonima che ha fornito i dettagli dell’operazione all’agenzia di stampa britannica Press Association. La polizia ha identificato i presunti autori dell'attacco osservando le immagini degli aeroporti e confrontandole con quelle fornite dalle telecamere a circuito chiuso installate nella zone dell’avvelenamento sia a Salisbury, dove sono state ritrovate le prime due vittime, sia ad Amesbury, dove invece le altre due vittime sono venute a contatto con la sostanza. Successivamente gli investigatori hanno controllato la lista delle persone entrate nel paese in quel periodo, il primo avvelenamento è stato il 4 marzo, e infine sono riusciti a scoprire l'identità dei sospettati. La polizia dice di essere “certa” che si tratti di cittadini russi e tra di loro ci sarebbe anche una donna.

 

  

Gli Skripal

Sergei Skripal è un ex spia russa accusata dal Gru – i servizi segreti delle forze armate – di vendere informazioni sui servizi segreti russi agli inglesi. Viene processato a Mosca nel 2004 ma sconta solo una parte della pena. Nel 2010 il suo nome viene inserito nella lista degli agenti che la Russia era disposta a liberare per far rientrare in patria dieci spie imprigionate negli Stati Uniti. Si trasferisce a Salisbury con la famiglia, sua moglie e due figli. Nel 2012 perde la moglie, cinque anni dopo perde il figlio. Gli rimane Yulia, che decide di tornare in Russia, ma ogni anno, per l'anniversario della morte della madre, va a trovare Sergei a Salisbury. Per questo era in Inghilterra lo scorso marzo, quando, insieme al padre, è venuto a contatto con un agente nervino di fabbricazione sovietica: il novichok.

 

 
Il secondo avvelenamento

Le due nuove vittime non sono russe e non sono spie, anzi. Lei, Dawn Sturgess, è un personaggio dickensiano, madre di tre figli, secondo alcuni tabloid senzatetto, lui, Charlie Rowley, un eroinomane. Dawn è morta il mese scorso, otto giorni dopo essere venuta in contatto con la sostanza e la polizia ha fatto sapere di aver trovato a casa dei due, ad Amesbury, una bottiglietta con delle tracce di novichok. Uno degli inventori dell’agente nervino, Vladimir Uglaev, intervistato dalla Bbc, ha raccontato che la sostanza è difficile da rintracciare, rimane nell’aria, si posa sugli oggetti, viene assorbita dalle superfici soffici e può penetrare anche nella pelle.

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