Un F-35 (foto: Wikipedia)

L'ennesimo scontro tra Trump e il Congresso è su una commessa di F-35 alla Turchia

Lodovica Palazzoli

La Casa Bianca dà il via libera alla consegna ad Ankara dei primi stealth di ultima generazione. Ma il Senato americano si oppone e teme che l'accordo con Erdogan favorisca la Russia

Oggi Ankara ha ricevuto i primi F-35, gli aerei americani di ultima generazione, nonostante le perplessità avanzate dal senato statunitense, preoccupato dall’avvicinamento della Turchia alla Russia. Dal 2016 il presidente turco Recep Tayyip Erdogan e quello russo Vladimir Putin hanno ricucito i rapporti, dopo un’escalation di tensioni per la situazione in Siria, sfociata nel novembre 2015 con l’abbattimento di un jet russo, un Sukhoi 24, da parte degli F-16 turchi.

 

Gli F-35 sono i primi due della commessa che la costruttrice Lockheed Martin si è impegnata a concludere con Ankara e che prevede in tutto la consegna di 100 velivoli. Dopo una cerimonia formale nello stabilimento texano della Lockheed, a Fort Worth, la Difesa americana sposterà i caccia americani nella base di Luke, in Arizona, dove si addestreranno i piloti turchi. Periodo che potrebbe protrarsi per i prossimi due anni e che i senatori contrari alla vendita intendono impiegare per fermare il progetto, o comunque per inserire delle limitazioni.

 

Solo un paio di giorni fa, il Senato americano ha presentato due proposte per bloccare la consegna dei jet di quinta generazione agli alleati Nato. Il motivo sarebbe dovuto alla scelta di Ankara di servirsi delle batterie missilistiche russe, le antiaeree S-400. I timori non sono infondati: il sistema di difesa, equipaggiato con otto lanciatori e 32 missili, sarebbe in grado di colpire anche aerei stealth “invisibili” come lo stesso F-35.

 

La senatrice democratica Jeanne Shaheen, la scorsa settimana, ha riferito alla Camera alta che il governo turco ha acquistato un sistema di difesa aerea russo, ideato per abbattere questi aerei. Shaheen ha spiegato che concedere ad Ankara gli F-35 equivarrebbe a passare la loro avanzata tecnologia al Cremlino. Inoltre, il radar del sistema di difesa russa potrebbe rivelare delle vulnerabilità e della capacità del jet, che la Turchia potrebbe passare a Mosca.

 

La risposta turca non si è fatta attendere, con il primo ministro Binali Yildirim che ha definito “deplorevole” il voto del Senato, oltre che contrario allo spirito dell’Alleanza atlantica, sottolineando che in ogni caso il suo paese non è privo di alternative.

 

Turchia e Russia hanno più di un progetto in comune, come la realizzazione del gasdotto Turkish Stream e la costruzione della centrale nucleare di Akkuyu, di fronte a Cipro; un’iniziativa strategica nel Mediterraneo che l’Alleanza atlantica non vede di buon occhio. Non a caso, pochi giorni prima di sferrare l’attacco in Siria, lo scorso aprile, il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, si era recato in visita ad Ankara per assicurarsi il rispetto del patto.

 

Resta ancora da chiarire il ruolo del capo del Pentagono, il “cane-pazzo” James Mattis, che per il momento sembrerebbe non ostacolare troppo il rispetto dell’accordo contrattuale, in linea con il presidente americano Donald Trump.

 

Alla Casa Bianca si comincia anche a pensare alle elezioni di midterm, previste il prossimo 6 novembre. E la questione turca legata agli F-35 potrebbe trasformarsi nell’ennesimo scontro tra Amministrazione e Congresso.

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