Un manifesto esposto a Ghouta dei sostenitori di Assad (foto LaPresse)

Assad l'impunito

Redazione

Ricordate quelli che “Non è stato lui a usare il sarin, sarebbe un suicidio”?

Questo editoriale è dedicato a quei commentatori che un anno e due giorni fa, dopo il bombardamento chimico di un villaggio nel nord della Siria che uccise cento civili, tirarono fuori questa giustificazione: “Non può essere stato Assad perché se usasse armi chimiche sarebbe un suicidio”. Si riferivano al fatto che il presidente siriano aveva firmato un accordo per la distruzione sorvegliata delle sue armi chimiche dopo un’altra strage contro i civili e quindi non poteva farsi cogliere di nuovo in fallo. Ora che è passato un anno possiamo rispondere con tranquillità: quell’attacco non fu per niente “un suicidio” per il presidente siriano. Vediamo di ricapitolare per punti.

 

- Se nel 2017 Assad stava vincendo, nel 2018 sta trionfando. A febbraio la sua contraerea ha persino abbattuto un aereo israeliano, cosa che non osava fare dal 1982.

 

- Il bombardamento punitivo ordinato dall’Amministrazione Trump uccise sei soldati siriani. Decisamente non fu una rappresaglia catastrofica per l’esercito della Siria.

 

- La commissione d’inchiesta dell’Opcw, l’Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche, ha stabilito che l’agente nervino sarin usato nell’attacco è lo stesso delle scorte del governo siriano (scorte che non ci dovrebbero essere più dopo l’accordo del settembre 2013, ma che sono state conservate in segreto).

 

- La commissione d’inchiesta dell’Opcw sulle stragi con armi chimiche in Siria è stata sciolta a causa di un veto russo alle Nazioni Unite a fine ottobre e non potrà più fare altre indagini. Il sarin c’è ancora, la commissione d’inchiesta è stata eliminata.

 

- Ci sono sempre più contatti tra il governo di Assad e i paesi occidentali, vedi per esempio la visita molto discreta del suo capo dell’intelligence a Roma a gennaio.

 

- Il pilota siriano che eseguì quel bombardamento è stato premiato con una medaglia.

 

Postilla finale. Gli israeliani segnalano che da giorni l’esercito siriano sta rinforzando le sue posizioni sul confine, in violazione degli accordi del 1974. E’ quello che succede quando non ci sono mai conseguenze. Vengono sviluppi peggiori.

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