La bella vita di Salah e dei terroristi di Parigi

Mauro Zanon

Discoteche, casinò e il trio birre-fumo-ragazze. Gli attentatori islamici hanno voluto colpire al cuore il nostro stile di vita, ma sono stati i primi a goderne. Se Parigi è la "capitale della perversione", loro si sono fatti sedurre per molto tempo prima di decidere di uccidere.

Parigi. Subito dopo la sua cattura, uno dei suoi amici più stretti, oggi in prigione, lo aveva descritto come uno di quei tipi "inafferrabili", che cambiano cellulare in continuazione per far perdere le loro tracce, che si fanno desiderare, che magnetizzano l'attenzione e si guadagnano facilmente il rispetto dei loro coetanei. Ma Salah Abdeslam, come raccontato dal Monde qualche settimana fa e confermato ieri da un reportage diffuso su France 2 nel quadro della trasmissione "Complément d’enquête", era soprattutto "un festaiolo che non si nascondeva". Capelli ingellati, allure da dandy, nomea da tombeur de femmes, l'ex terrorista più ricercato d'Europa era un "homo festivus" che amava la movida tanto quanto quelle centinaia di persone che il 13 novembre 2015 a Parigi, tra il Bataclan e i café dell’Undicesimo Arrondissement, stavano approfittando gioiosamente della loro libertà prima di essere trucidati dalle scariche di kalashnikov dei jihadisti.

 

Era come loro, il ventisettennte Salah, come gli "idolatri" che si baciavano, sorseggiavano champagne, ballavano sudati e goduriosi, e cantavano a squarciagola le canzoni delle aquile del death metal nella "capitale della perversione". Un mese prima, il 14 e il 15 ottobre, quando il piano per le stragi parigine era già in fase avanzata, era a Bruxelles allo Starcasino, uno dei più celebri casinò della capitale belga, a divertirsi come un occidentale qualsiasi, lontano dai precetti rigoristi dell'islam radicale. L'8 febbraio 2015, assieme a uno dei suoi fratelli, Brahim, fattosi esplodere al ristorante Comptoir Voltaire di Parigi, se la spassava in una discoteca di Bruxelles, L'Avenue, assieme ad alcune ragazze, sullo sfondo di un concerto privato del rapper francese Lacrim. Nel video girato nel club situato a Avenue Louise e diffuso dalla Cnn, Brahim, sigaretta in mano, danza con una delle accompagnatrici, Salah, a pochi passi, con una felpa arancione, ancheggia sorridente seguendo le parole di Lacrim.

 

Il Monde, il 19 marzo scorso, sottolineava come il trittico "birre-fumo-ragazze" avesse ingannato i servizi segreti belgi, tenendoli alla larga da un individuo come Salah che aveva tuttavia già manifestato strani comportamenti negli anni precedenti, e molti media si erano chiesti se nei comportamenti dei due Abdeslam vi era da intravedere un chiaro esempio di taqiyya islamica, di dissimulazione per mimetizzarsi tra gli occidentali, o semplicemente di un sincero appetito e fascino per quello stesso stile di vita che, con gli attacchi di Parigi, i terroristi islamici hanno tentato di colpire al cuore. Nell'appartamento di Molenbeek dove Salah era asserragliato prima di essere arrestato, gli inquirenti avevano ritrovato tracce delle sue serate in un altro noto casinò di Bruxelles, il Golden Palace. Ieri il reportage di France 2 ha confermato che il gusto per il gioco d'azzardo del ventisettenne era decisamente pronunciato: nel giugno 2014 era al casinò di Breda, nei Paesi Bassi, l'anno successivo, nel suo Belgio, faceva la spola tra lo Starcasino e il Golden Place, e due discoteche, la già citata L'Avenue, e il Carré.

 

Ma è al Café des Béguines, gestito dai fratelli Abdeslam, dove tutto precipita, come raccontato dai due giornalisti francesi autori del reportage, Julien Daguerre e Baptiste Des Monstiers. Lì, nel retrobottega dove tutti si ritrovavano per trascorrere le giornate, un giorno cambiò repentinamente la programmazione: non più i video di Mtv, ma i filmati dei tagliagole dello Stato islamico che sgozzavano infedeli in Siria. Tra questi, un video di Abdelhamed Abaaoud, una delle menti delle stragi di Parigi, mentre sposta i corpi morti di alcuni prigionieri, che secondo i giornalisti francesi avrebbe convinto Salah e Brahim Abdeslam a radicalizzarsi. "C'era una chiara ammirazione da parte dei fratelli Abdeslam nei confronti di Abdelhamed e dei suoi atti efferati", raccontano. E accanto ai video in lode dell'Isis, trasmessi all'interno del café all'insaputa delle autorità del Belgio, campeggiavano poster di ragazze nude. "Le persone che abbiamo incontrato si ricordano molto bene che nel bar alcuni poster di ragazze nude affiancavano video sanguinosi dello Stato islamico". Un cortocircuito pazzotico, tremendamente perverso.