Il presidente americano Barack Obama durante il suo intervento alle Nazioni Unite (foto LaPresse)

Obama parla all'Onu ed è poco conciliante con Assad e Putin

Redazione
Durante la 70esima riunione dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite il presidente americano attacca Mosca e il presidente siriano, definito "un tiranno". Il capo del Cremlino: "Un errore enorme non sostenere Damasco".

Il segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki-moon ha inaugurato oggi al 70esima Assemblea generale dell'Onu e ha attaccato alcuni membri del Consiglio di Sicurezza per aver favorito l'aggravarsi della crisi siriana senza provare sul serio alcun tentativo di trovare un compromesso. Ban Ki-moon ha parlato di una "paralisi diplomatica" del Consiglio che va avanti da quattro anni, durante i quali la crisi in Siria è peggiorata. "Cinque paesi in particolare", ha detto il segretario, "tengono la chiave" di una possibile soluzione e sono Russia, Stati Uniti, Arabia Saudita, Iran e Turchia. "Ma finché nessuno di loro cercherà un compromesso con l'altro è inutile attendersi un cambiamento concreto". Ban Ki-moon ha ricordato che "siriani innocenti pagano oggi il prezzo di altre barrel bomb e terrorismo. Per questi crimini atroci non può esserci alcuna impunità. Il nostro impegno dovrebbe condurci a portare la situazione all'attenzione della Corte internazionale di Giustizia", ha detto Ban, che ha anche ricordato come l’Onu stia ricevendo meno fondi dai paesi membri. Il nostro sistema umanitario non si sta rompendo; si è già rotto. Non riceviamo abbastanza soldi per salvare vite umane".

 

Il segretario generale delle Nazioni Unite ha anche parlato della crisi dei rifugiati, per la quale è inutile costruire nuove barriere. "Non dobbiamo costruire muri" perché il fenomeno è ormai "senza precedenti". "Almeno 60 milioni di persone sono state costrette a lasciare le loro case e i loro pesi”, e l'Onu ha chiesto per quest'anno ai paesi membri 20 miliardi di dollari per le operazioni di assistenza umanitaria che è una cifra sei volte superiore a quella di 10 anni fa.

 

Subito dopo il segretario generale delle Nazioni Unite ha preso la parola il presidente degli Stati Uniti Barack Obama che non è stato per nulla conciliante con il presidente siriano Bashar el Assad, definito un killer che getta barrel bomb sui bambini siriani. Un'accusa esplicita che ha lasciato da subito intravedere un confronto teso con il presidente russo Vladimir Putin che intende proporre una riconciliazione col dittatore siriano. Il capo della Casa Bianca ha detto all'Assemblea che "non è possibile tornare ai vecchi metodi di conflitto e coercizione" per risolvere le crisi di oggi e in particolare quella siriana. "Non possiamo guardare alle nostre spalle", ha chiarito Obama, e "se non riusciamo a lavorare insieme in modo più efficace, ne pagheremo tutti le conseguenze”. “Gli Stati Uniti", ha aggiunto, "non possono risolvere da soli i problemi" e per questo "lavoreranno con Russia e Iran per risolvere la crisi siriana". Tuttavia, perché ciò avvenga, non sarà possibile tornare allo status quo antecedente allo scoppio del conflitto.

 

[**Video_box_2**]Il presidente russo ha preso la parola in serata ha contestato le parole di Obama. L'obiettivo principale, ha detto il capo del Cremlino, è combattere contro lo Stato islamico "che cerca il dominio nel mondo islamico". Il Califfato è il risultato della politica di "paesi presuntuosi" che interferiscono in medio oriente, ha spiegato Putin ("vi rendete conto di cosa avete fatto?", ha aggiunto) e solo Assad lo combatte veramente. Il presidente russo ha quindi chiesto la creazione di una grande coalizione contro il terrorismo con l'approvazione di una risoluzione ad hoc e ha definito "un errore enorme" rifiutare di collaborare con il governo siriano. Sul conflitto ucraino, Putin ha attaccato anche le sanzioni imposte a Mosca che, ha detto, "contraddicono i principi stessi su cui si fondano le Nazioni Unite".