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Telefono caldo tra Telecom e Chigi

Tim vince una causa da un miliardo contro lo stato, Palazzo Chigi fa ricorso

Redazione

Dopo 25 anni la Corte d’appello di Roma chiude un contenzioso sul “canone concessorio” relativo all’anno 1998. Un'ottima notizia per la società telefonica indebitata, una pessima per il governo alle prese con il Def e i conti sballati dal Supebonus

Quando si dice la lentezza della giustizia italiana. Stavolta la vicenda rischia di apparire grottesca, se non fosse che lo stato deve scucire un miliardo di euro in tempi di ristrettezze. E se non fosse che i rapporti tra il governo Meloni e Tim sono già sotto pressione a pochi giorni dall’assemblea degli azionisti della società telefonica chiamata a dare il via libera a un’operazione delicatissima come la vendita della rete al fondo Kkr. Oggi, in una delle prime giornate post pasquali in cui la Borsa è ancora mezza addormentata, è arrivata la notizia che la Corte d’appello di Roma, segnando la fine di un contenzioso durato 25 anni, ha deciso che Tim ha diritto alla restituzione del “canone concessorio” relativo all’anno 1998 (anno in cui si sono succeduti i governi Prodi e D’Alema), per una somma che originariamente era pari a 500 milioni di euro ma che, tra interessi e rivalutazioni, è arrivata a 1 miliardo. Tim non se l’è fatto ripetere due volte e ha emesso un comunicato con cui specifica che la sentenza è immediatamente esecutiva e che avvierà subito le procedure per il recupero dell’importo in questione. Musica per le orecchie degli investitori di Telecom, il cui titolo ha guadagnato di colpo oltre il 5 per cento, contribuendo a recuperare almeno una parte delle perdite delle ultime settimane. Anzi, il caso vuole che il miliardo che lo stato deve restituire a Tim per un canone ora ritenuto dai giudici non dovuto dopo la liberalizzazione della telefonia, sia grosso modo pari all’inatteso surplus di debito che risulterà dopo la cessione della rete e che ha fatto tanto arrabbiare il mercato. Insomma, per la società guidata da Pietro Labriola è una buona notizia, quasi un colpo di fortuna. L’esatto opposto per il governo che, proprio mentre sta ultimando il Def, cerca di attenuare l’impatto sui conti del Superbonus. Palazzo Chigi ha fatto sapere che farà ricorso per Cassazione chiedendo la sospensione degli effetti esecutivi della sentenza. Insomma, il contenzioso potrebbe continuare, nel frattempo il tassametro degli interessi continuerà a correre. 

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