Ansa

Rondini in vista

I dati sulla fiducia dei consumatori ci danno altre buone notizie economiche

Dario Di Vico

Nel momento in cui due partite industriali del peso di Ilva e Stellantis sono forse nel punto più critico della loro storia, fortunatamente ci viene incontro la statistica economica: a gennaio l’indice di fiducia dei consumatori e delle imprese è salito per il secondo mese consecutivo

Nel momento in cui due partite industriali del peso di Ilva e Stellantis sono forse nel punto più critico della loro storia fortunatamente ci sovviene la statistica economica. Che incredibilmente ci apre la visuale di uno scenario del tutto diverso per i prossimi mesi. A gennaio, infatti, l’indice di fiducia dei consumatori e delle imprese è salito per il secondo mese consecutivo passando rispettivamente da 95,8 a 96,4 e da 97,3 a 98,1. Per le famiglie si tratta del dato più alto da giugno ‘23 mentre per le imprese è il tetto da aprile ‘23. È significativo e vale la pena sottolinearlo anche il dato riferito alla sola industria che vede crescere la fiducia da 87,3 a 88,3, ma in verità anche il commercio è segnalato in salita da 104 a 106,6 (più limitato l’incremento di servizi e costruzioni). Bastano questi numeri a generare un effetto-rondine?
 

A leggere i tweet del capo economista di Intesa Sanpaolo, Gregorio De Felice, solitamente prudente, verrebbe da rispondere sì. “Probabilmente il peggio è alle nostre spalle” e “ci sono segni incoraggianti che indicano come il ciclo della depressione potrebbe essere stato superato”. Se volessimo banalizzare potremmo commentare che toccato il fondo si può solo risalire ma anche questa è un’indicazione di merito, non una battuta scontata. I prudenti potrebbero obiettare che prima di rendere pubbliche queste considerazioni varrebbe la pena aspettare i dati della produzione industriale di dicembre attesi per venerdì prossimo.
 

Il consensus degli analisti parla di +0,9 per cento mese su mese e tutto sommato non costituirebbe una gran sorpresa visto la probabilità di un rimbalzo dopo l’ampio calo del mese precedente (novembre) ovvero -1,5 per cento. E del resto anche i dati diffusi dal Centro Studi Confindustria utilizzando il nuovo indice Rtt, basato sulla fatturazione delle imprese, dava per dicembre ‘23 un aumento dell’attività pari allo 0,8 per cento. Insomma molti degli strumenti di cui disponiamo nel cruscotto della statistica sembrano andare nella stessa direzione. Parola d’ordine: avvistate la rondine.

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