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L'analisi

La crescita dei paesi in via di sviluppo non può essere legata solo a Cina e India

Giorgio Arfaras

I due giganti asiatici coprono le spalle ai paesi più poveri per ripagare i propri debiti. Soluzione che non ottimale. Un primo passo per rendere più sostenibile ed efficace il debito potrebbe essere l'uscita dall'autocrazia

A fine dicembre scorso l’Etiopia non ha pagato 33 milioni di dollari di cedole in scadenza a fronte di un debito di un miliardo di dollari che, come settore pubblico, ha con l’estero. Questa scelta, secondo il ministero delle Finanze, non è motivata dalla mancanza di mezzi per pagare le cedole in scadenza, ma dal voler mandare un segnale agli operatori privati, che, a differenza di quelli pubblici, non hanno accettato di discutere la ristrutturazione del debito. Secondo la World Bank, negli ultimi tre anni, le dichiarazioni di insolvenza sono state diciotto per dieci paesi in via di sviluppo (Pvs). Un numero maggiore rispetto a quello dei precedenti due decenni. Quale è l’origine dell’andamento così negativo delle insolvenze? 

Lo sviluppo economico, misurato come quota di povertà della popolazione, ha rallentato molto con il passare del tempo, e questo spiega una parte delle difficoltà che hanno molti Pvs nel pagare il debito che hanno con l’estero. Dal punto di vista finanziario, partendo sempre da lontano, abbiamo avuto un primo periodo, durato una trentina d’anni fino al 2022, dove i paesi sviluppati (Ps) pagavano degli interessi molto bassi sul loro debito. Come conseguenza, anche i Pvs pagavano degli interessi maggiori di quelli che pagavano i Ps, ma non troppo maggiori. Nel secondo periodo, a causa dell’inflazione, gli interessi richiesti per sottoscrivere il debito dei Ps sono saliti molto. Così i Pvs hanno cominciato a pagare degli interessi molto più alti della semplice differenza che si sarebbe avuta a causa dell’ascesa dei tassi di interesse nei Ps. Perché? L’ascesa dei tassi di interesse richiesti per sottoscrivere il nuovo debito diventa molto costosa se si ha un rallentamento della crescita dei Pvs, perché è la crescita che genera i redditi per pagare il debito. La crescita in frenata, inoltre, non aiuta a pagare il debito che si aveva da prima. Diventando sempre più difficile il pagamento del debito, sia nuovo sia vecchio, aumenta la probabilità di insolvenza del debitore. E così gli interessi richiesti crescono a dismisura, alimentando la probabilità di fallimento. Ciò non accade nei Ps, perché, per quanto essi possano essere indebitati, il loro rischio di insolvenza è basso o nullo.

Si potrebbe concludere che è nell’interesse dei Pvs staccarsi dai Ps, e cercare delle nuove modalità di finanziamento che siano sia stabili sia a buon mercato. I Pvs potrebbero cercare una “sponda” nelle potenze emergenti, come la Cina e l’India. È probabile che il peso delle potenze emergenti, se intese come mercati di sbocco delle merci dei Pvs, sarà in futuro maggiore di quello di oggi. Il dubbio è se potrà esserlo anche in campo finanziario, poiché mancando sia di una moneta propria sia di mercati finanziari propri, i Pvs dovrebbero legarsi allo yuan e alla rupia. Due monete che possono fungere da unità di conto e da mezzo di scambio ma non da riserva di valore. Perché le obbligazioni emesse dai Pvs, se sottoscritte sui mercati indiani e cinesi, non potranno non fare i conti con le caratteristiche di questi ultimi. Gli investitori privati cinesi e indiani e gli investitori internazionali per partecipare in massa a un mercato finanziario di nuova costituzione per  servire i Pvs non potranno volere, a meno di richiedere dei tassi di interesse elevatissimi, che ci sia il rischio di confisca dei beni o di manipolazione dei mercati dell’autocrate. Vorranno la “certezza del diritto”.

Insomma, il nodo dello sviluppo e dell’uscita dalla povertà dei Pvs non può essere risolto facilmente con questi che si legano alle potenze emergenti. Esiste una letteratura che mostra come la crescita dei Pvs sarà legata alle potenze emergenti che, a differenza di quelle emesse, non hanno (chissà perché) ubbie imperiali. Si mostrano i tassi di crescita degli emergenti degli ultimi decenni, si ricorda l’esistenza della Via della Seta, e così via. Si sostiene che i Pvs e le potenze emergenti non solo saranno sempre più legate fra loro, ma anche che, grazie al maggior tasso di crescita, fagociteranno le potenze emerse da secoli. Perché ciò avvenga nel reale e non nei desiderata si dovrebbe avere per decenni un tasso di crescita delle potenze emergenti simile a quello enorme dei decenni precedenti. Una crescita che è dipesa dall’apertura commerciale e dall’urbanizzazione. Due andamenti che esauriscono, come già avvenuto nei Ps, il proprio effetto propulsivo con trascorrere del tempo. Per avere una crescita ulteriore devono esserci così altre condizioni che facilitino lo sviluppo. Condizioni che dipendono dalla fuoriuscita dell’autocrazia, cosa che ancora non si intravede.

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