Il primo round di sanzioni ha fatto diminuire l'import russo del 15 per cento. Mosca ha grosse difficoltà nel sostituire beni industriali legati ai macchinari e ai trasporti e non possiede le tecnologie necessarie a creare prodotti alternativi. A luglio la vendita di petrolio russo ha recuperato i volumi del 2021 ma grazie a costosissimi sconti ai paesi asiatici
Definire l'efficacia delle sanzioni imposte alla Russia è estremamente complesso perché riguardano beni e settori diversi e sono entrate in vigore in modo dilazionato nel tempo. Una nuova analisi arriva dalla Banca centrale europea che, studiando come sono cambiati i flussi commerciali con la Russia dall'inizio dell'invasione, calcola che il primo round di sanzioni imposte dall'Unione europea a marzo ha ridotto l'import russo di circa il 15 per cento, con i beni sanzionati che hanno subito le flessioni più profonde. Un'importante conferma per proseguire con la strategia delle sanzioni, i cui effetti non si limitano soltanto agli aspetti economici.
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