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Le misure

Il piano dell'Ue sul gas: poteri straordinari e taglio del 15 per cento. "Mosca ci ricatta"

David Carretta

L'interruzione integrale dei flussi di metano da parte della Russia è uno scenario probabile. "L'Unione europea deve essere preparata", ha spiegato Von Der Leyen. L'ultimo livello di intervento è il razionamento obbligatorio per tutti fino alla primavera

Bruxelles. La Commissione di Ursula von der Leyen oggi ha chiesto agli stati membri di darle poteri straordinari per imporre un razionamento obbligatorio del gas, riducendo il consumo di tutti i paesi del 15 per cento fino alla prossima primavera, in caso di taglio totale di forniture dalla Russia. E' questa la principale misure prevista dal pacchetto "Risparmiare gas per un inverno sicuro", il piano di emergenza per l'interruzione completa degli approvvigionamenti in vista dell'inverno. "L'Unione europea ha di fronte il rischio di ulteriori tagli di forniture di gas dalla Russia, a causa dell'uso da parte del Cremlino delle esportazioni di gas come arma", dice la Commissione. 


“La Russia ci sta ricattando”, ha spiegato la presidente von der Leyen: “In caso di interruzione parziale, importante o totale, l'Ue deve essere pronta”. Dodici stati membri sono già stati vittime di una riduzione parziale o totale dei flussi. Secondo von der Leyen, “Gazprom ha dimostrato di essere un fornitore completamente inaffidabile e dietro a Gazprom c'è Putin”. Su Nord Stream 1 “non è prevedibile ciò che accadrà” e "il taglio totale del gas russo è uno scenario probabile” che “colpirebbe ogni singolo stato membro", ha avvertito von der Leyen. Se non si fa nulla, gli stock di gas rischiano di non arrivare all'obiettivo dell'80 per cento di riempimento, fermandosi a un livello tra il 65 e il 71 per cento. Nello scenario peggiore di un taglio totale delle forniture senza anticipare la mossa di Putin, l'Ue potrebbe perdere l'1,5 per cento di pil. A essere maggiormente colpiti sarebbero i paesi più dipendenti dalla Russia. Ma gli effetti economici si farebbero sentire su tutti. Invocando quanto fatto con i vaccini e il Recovery fund durante la pandemia, von der Leyen ha lanciato un appello alla “solidarietà”. Questa volta il principale beneficiario dovrebbe essere la Germania.

 

Utilizzando l'articolo 122 del Trattato, che consente di adottare misure di emergenza senza consultare il Parlamento europeo e con un voto a maggioranza al Consiglio in caso di problemi di approvvigionamento in diversi settori e in particolare per l'energia, la Commissione vuole attribuirsi nuovi poteri. Tra questi, c'è la possibilità per la stessa Commissione di dichiarare una "Allerta per l'Unione" sulla sicurezza delle forniture, imponendo una riduzione obbligatoria della domanda di gas a tutti gli stati membri. La proposta rischia di incontrare l'opposizione di diversi paesi, in particolare quelli con un livello di dipendenza basso o nullo dalla Russia che non subirebbero conseguenze significative da un'interruzione totale delle forniture. Perché la Spagna o il Portogallo dovrebbero rinunciare al 15 per cento del consumo di gas per un problema che tocca soprattutto la Germania, l'Italia e l'Ungheria? In teoria, il piano della Commissione si fonda sul principio di solidarietà. La legislazione dell'Ue in vigore sulla sicurezza energetica prevede accordi bilaterali tra stati membri per condividere le forniture in caso di crisi. Il problema è che non tutti i paesi hanno sottoscritto gli accordi bilaterali. Nel frattempo, l'Ungheria ha deciso di vietare le esportazioni di idrocarburi per ragioni di sicurezza nazionale. E' “importante che tutti gli stati membri contribuiscano nei risparmi, negli stock e nel condividere il gas in caso di necessità”, ha spiegato von der Leyen. 

 

Il razionamento obbligatorio per tutti è una misura di ultima istanza. Lo stato di "Allerta per l'Unione" può essere dichiarato solo quando c'è un rischio sostanziale di una penuria grave di gas o di una domanda eccezionalmente alta di gas. A far scattare il razionamento obbligatorio è “una drastica riduzione di gas russo o un completo taglio del gas russo”, ha spiegato von der Leyen. Prima, la proposta della Commissione prevede obiettivi non vincolanti per tutti gli stati membri per ridurre i consumi del 15 per cento tra il primo agosto del 2022 e il 31 marzo del 2023. Il 15 per cento viene calcolato sulla base del consumo medio degli ultimi cinque anni (sempre da agosto a marzo). I governi dovranno aggiornare i loro piani nazionali d'emergenza entro la fine di settembre per dimostrare come intendono realizzare il loro obiettivo. La Commissione ha presentato anche un piano di riduzione europea della domanda di gas nel quale indica misure, principi e criteri per un approccio coordinato.

 

Come? Passando dal gas a altre fonti (compresi carbone, petrolio e nucleare in via temporanea) e procedendo a risparmi energetici in tutti i settori. Uno strumento chiave, secondo la Commissione, sono le aste per incentivare le industrie a passare dal gas all'elettricità, anche attraverso compensazioni di carattere finanziario. Il piano mira a preservare le forniture per le famiglie e i settori essenziali, come gli ospedali e le scuole, che dovrebbero essere esclusi dai razionamenti nazionali. Ma con il suo piano la Commissione vuole anche proteggere le industrie e i servizi considerati fondamentali per l'economia e le catene di approvvigionamento dell'Ue. “Se iniziamo subito (…) possiamo fare totalmente a meno del gas russo il prossimo inverno”, ha detto il commissario al Mercato interno, Thierry Breton.