(Foto di Ansa) 

Le conseguenze del conflitto

L'allarme di Zelensky: "Dobbiamo scongiurare una crisi alimentare globale"

Mariarosa Maioli

Il presidente ucraino ha richiesto l'immediato sblocco dei porti ucraini per permettere le esportazioni di grano, mais e olio di girasole: se dovessero continuare a essere bloccati si raggiungerebbero 315 milioni di persone senza l'accesso alle materie prime alimentari

"E' importante impedire una crisi alimentare nel mondo causata dalle azioni aggressive della Russia. Chiediamo misure immediate per sbloccare i porti ucraini per permettere le esportazioni di grano", ha ribadito nell'ultimo messaggio il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. Una crisi dentro la crisi: il conflitto in Ucraina non ha solo ricadute politiche e militari per i due paesi in guerra ma sta già delineando una crisi alimentare che si prevede diventare globale. Più volte è stato affermato che Ucraina e Russia sono il granaio dell'Europa e non solo: entrambi i paesi rappresentano il 30 percento delle esportazioni mondiali di grano e orzo, il 18 percento di mais e circa l'80 percento di olio di girasole, come riferisce il ministero delle politiche agrarie e alimentari dell'Ucraina.

Oltre aver di fatto fermato i raccolti per via dell'insicurezza dei territori o della loro occupazione, la maggior parte della produzione è bloccata nel paese a causa dell'impossibilità di esportare all'esterno: la maggior parte delle infrastrutture sono state danneggiate dai bombardamenti, ma in particolare i porti marittimi sono bloccati, rendendo le connessioni logistiche impossibili. Wilhelmsen, società che si occupa della situazione portuale globale, aggiorna fino a due volte al giorno la mappa dei porti ucraini completamente bloccati e impossibilitati ad esportare la produzione conservata nei magazzini (rendendo difficoltosi anche i nuovi pochi raccolti che non si sa dove potrebbero essere depositati). Non solo, anche i porti di Romania e Bulgaria risentono del conflitto, essendo limitati nell'accettare nelle loro acque qualsiasi nave con la bandiera russa.

 

(Fonte Cepii) 

 

Nei mesi precedenti al conflitto, attraverso i porti ucraini transitavano quasi 51 milioni di tonnellate di grano il cui prezzo d'esportazione oggi è salito del 22 percento (e del 20 percento per il mais). Secondo le stime del Guardian, quest'anno la produzione dovrebbe fermarsi a circa 21 milioni tonnellate di grano. L'anno scorso, le esportazioni ucraine hanno fruttato 27,7 miliardi di dollari, mentre la previsione per quest'anno è di 15,1 miliardi di dollari.

Il trasporto marittimo è essenziale per le esportazioni poiché garantisce circa il 90 percento dei prodotti agricoli dall'Ucraina. La logistica ha riorganizzato l'esportazione delle materie prime tramite treni e camion che però non riescono a raggiungere i numeri del trasporto via mare, a causa anche del blocco dei transiti via terra attraverso la Bielorussia e la Russia che consentono di passare solo tramite i paesi dell'Ue.

 

(Fonte World bank) 

(Fonte World bank) 

 

Il problema più grande è la determinazione dei prezzi e l'accesso, ha affermato l'associazione internazioanale Cordaid, perchè i prodotti alimentari e gli input agricoli sono diventati troppo costosi. Gli agricoltori hanno difficoltà a coltivare e i consumatori più poveri non possono più permettersi cibo nutriente, specialmente nei paesi a basso reddito e nei paesi con insicurezza alimentare. Anche il direttore esecutivo del Wfp (Wordl food programme), David Beasley ha sottolineato la necessità di riaprire i porti di modo che il cibo entri ed esca dall'Ucraina: “I silos sono pieni di grano; bisogna consentire di farli uscire. E se non dovesse avvenire, gli agricoltori ucraini non avranno la possibilità, quest'estate, di stoccare il prossimo raccolto, costretti a buttarlo mentre negli altri paesi si combatterà. Arriveremmo ad avere tra i 45 e i 47 milioni di persone che soffrirebbero di fame acuta, in aggiunta ai 270 milioni già presenti". Un numero enorme, che sommato raggiunge l'incredibile cifra di 515 milioni. 

 

(Fonte Wfp) 

 

Quali sono i paesi che più esposti alla mancanza di materie prime alimentari ucraine?
Le regioni del mondo maggiormente dipendenti sono i paesi dell'Africa e del Medio oriente. Secondo il ministero delle politiche agrarie e alimentari dell'Ucraina le forniture di grano di Kyiv sono fondamentatali per numerosi paesi come l'Indonesia, il cui fabbisogno è del 28 percento, il Bangladesh, che consuma il 21 percento della produzione ucraina e l'Egitto, che importa quasi l'80 percento del suo grano dalla Russia e dall'Ucraina. Il programma alimentare delle Nazioni unite che nel 2021 ha supportato l'Africa, il continente più povero al mondo, ha ricevuto il fondamentale contributo dell'Ucraina. 

Numeri molto elevati che sono velocemente crollati in questi primi mesi di guerra, anche per via dei prezzi, che un mese dopo l'invasione dell'Ucraina erano già aumentati del 19 percento. I paesi che già stavano affrontando l'impennata dei prezzi dovuta ad altri tipi di conflitti (come la guerra in Yemen), alle sfavorevoli condizioni climatiche e all'impatto della pandemia, ora si trovano a fronteggiare un ulteriore squilibrio che potrebbe rivelarsi fatale.

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