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Fitch declassa l'Italia e la palla passa nel campo della Bce

Mariarosaria Marchesano

La riunione di giovedì è ancora più importante dopo la mossa dell'agenzia di rating che ha portato il giudizio sul debito italiano a una sola tacca sopra il livello "spazzatura". Mercati calmi (per ora) e spread in aumento

Milano. Il peggioramento delle prospettive economiche, il previsto deterioramento del bilancio pubblico e le tensioni politiche che sembrano destinate a intensificarsi con la "fase 2" hanno spinto l'agenzia di rating Fitch a declassare l'Italia nel pieno dell'emergenza Covid. Diversamente da S&P e da Moody's, che hanno in sostanza preso tempo, Fitch ha deciso addirittura di anticipare la sua valutazione prevista per luglio suscitando perplessità e malumore nel governo Conte e nella Banca d'Italia. Il ministro dell'Economia, Roberto Gualtieri, ha reagito ribadendo che gli effetti negativi sono dovuti a fattori "esogeni e temporanei" e ha osservato che Fitch "non considera adeguatamente l'orientamento strategico della Bce", che con la sua strategia anti Covid sta contribuendo a tenere sotto controllo gli spread dei paesi più indebitati come l'Italia. Gualtieri, infine, ha sottolineato che il governo ha promesso non solo misure di emergenza, ma anche riforme strutturali per migliorare il potenziale di crescita dell'Italia.

 

  

"A meno che non vi sia una reazione risoluta sia a livello nazionale che a livello europeo, il rischio di una spirale negativa come nel 2011 non è trascurabile - osserva Lorenzo Codogno, l'ex capo economista del Mef oggi visiting professor alla London School of Economics e fondatore della società di ricerche Lc Advisors - Ora la palla passa nel campo della Bce. Il declassamento esercita una maggiore pressione sul consiglio direttivo affinché proponga misure che probabilmente avrebbe preferito adottare solo dopo le decisioni finali del Consiglio europeo. Ma il tempo sta per finire".

 

In effetti, la riunione dell'Eurotower prevista per giovedì 30 aprile assume ancora maggior rilevanza alla luce della mossa a sorpresa di Fitch, che a febbraio - quando l'emergenza Covid era ancora all'inizio - aveva lasciato i titoli di stato italiani a due "tacche" dal livello di junk bonds e adesso ha deciso di scendere a una sola tacca (BBB-). Una zona assai pericolosa per il debito pubblico dell'Italia se non fosse che la Bce giusto una settimana fa ha deciso di accettare come collaterali nelle negoziazioni anche questa categoria di obbligazioni. Ma non è escluso che proprio le difficili prospettive che si sono aperte per l'Italia possano spingere la Banca centrale europea a fare un ulteriore passo in avanti facendo rientrare i titoli "spazzatura" tra gli asset acquistabili direttamente dal programma Pepp varato lo scorso 12 marzo. 

 

 

E quest'ultimo è proprio il paracadute in cui sperano i mercati che stamattina hanno aperto tutti in territorio positivo nonostante il declassamento, anche se non è escluso che il nervosismo degli investitori cresca in giornata dopo la seduta largamente positiva di ieri. “Mentre i leader dei paesi non sono ancora riusciti a trovare un accordo su questioni chiave che riguardano il Recovery fund, la Bce si ritrova in prima linea a smorzare le preoccupazioni dei mercati sull’aumento del livello del debito sovrano, in particolare nell’Europa meridionale – osserva Thomas Hempbell, responsabile della ricerca di Generali Investments – Nella riunione di questo giovedì, la Ce dovrà nuovamente alleviare le pressioni sui titoli sovrani e sulle imprese, senza però togliere ai leader europei la responsabilità di fare progressi nella costruzione del Recovery fund”.

 

Ma quali sono le motivazioni del downgrade di Fitch che, nel frattempo, è accompagnato da un outlook che passa da negativo a stabile? Essenzialmente tre. Il declassamento riflette il significativo impatto della pandemia globale sull'economia del nostro paese e l'agenzia di rating prevede una contrazione del pil nel 2020 pari al meno 8 per cento e una ripresa nel 2021, sostanzialmente allineata con quella prevista dal governo. Ma nel caso di una seconda ondata di infezioni e la diffusa ripresa delle misure di blocco, i risultati economici sarebbero più deboli con il rischio che il coronavirus diventi uno choc economico di lunga durata. In secondo luogo, il rapporto debito/pil, secondo Fitch, aumenterà di 20 punti percentuali quest'anno portando il parametro al 156 per cento nel medio termine e rendendo incerta la sostenibilità del debito. Infine, l'azione di compensazione della Bce potrebbe essere meno efficace "se il governo non attuasse una crescita economica credibile e una strategia fiscale che rafforzi la fiducia nel fatto che il debito/pil sarà posto su una strada discendente nel tempo".

 

Non manca, comunque, anche una considerazione del quadro politico. Secondo l'agenzia di rating, l'Italia ha dimostrato un'ampia coesione politica nelle prime settimane della pandemia, con un sostegno crescente al premier Conte, che ha assunto il livello più alto di credibilità da quando ha assunto l'incarico, ma poi le tensioni politiche sono riemerse nell'ultima settimane facendo presagire che si intensificheranno con l'allentamento del lockdown, quando "l'attenzione politica si sposterà sull'economia e sulla risposta comune europea alla crisi". 

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