Barbara Lezzi (foto LaPresse)

La Lezzi è il M5s

Redazione

Altro che “fronda”. L’irresponsabilità economica è la norma, nel grillismo

Si fa presto a dire “fronda”. Ha un che di illusorio e consolatorio insieme, il ridurre il vaneggiamento anti industrialista del M5s alla cocciuta resistenza di un manipolo di dissidenti. Come se in fondo, in questa surreale vicenda dell’Ilva, bastasse silenziare Barbara Lezzi, e magari sedarne la furia contestataria con un incarico di sottogoverno, per ridurre alla ragionevolezza il partito che a Taranto ha raccolto voti promettendo la chiusura dell’acciaieria. Se alla fine Luigi Di Maio ha dovuto cedere a quella frangia estrema, eliminando lo “scudo fiscale” dopo un balletto da schizofrenico che lo aveva visto inserirlo e rimuoverlo altre tre volte, prima, è perché non è con una frangia estrema, che aveva a che fare. Ma con l’umore di gran parte della truppa dei suoi parlamentari. Lo sa bene anche il ministro Federico D’Incà: il quale, quando s’era precipitato al Senato per provare a scongiurare il voto dell’emendamento “Lezzi” in commissione Ambiente, s’era dovuto arrendere al volere di un gruppo che in maniera pressoché compatta (70 favorevoli su 82 votanti, pare, ma comunque assai più dei 13 firmatari di quella proposta correttiva) aveva sostenuto l’iniziativa dei pugliesi. E lo stesso vale alla Camera: dove la contrarietà a reintrodurre l’immunità era condivisa, nei giorni scorsi, dalla metà abbondante del gruppo. E insomma non è detto che basterà – come si sta cercando di fare – coinvolgere alcuni cespugli moderati nella maggioranza di governo, così da formare una truppa di riserva pronta a intervenire per rendere inoffensivi gli estremisti del grillismo. S’invoca l’intervento risolutivo di Luigi Di Maio, gli si chiede di ricondurre all’ordine i gruppi parlamentari ormai allo sbando: come dimenticando che si tratta dello stesso Luigi Di Maio che voleva processare Sergio Mattarella, che s’affacciava dal balcone di Palazzo Chigi, che incitava i gilet gialli alla rivolta. Quella del grillismo è una cultura che è costitutivamente incompatibile con qualsiasi elementare cultura di governo: la si può contenere, ma i grillini non si possono redimere.

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