Michele Emiliano (foto LaPresse)

Il tip Tap di Michele Emiliano

Luciano Capone

Il presidente della regione Puglia è stato uno dei più strenui oppositori del gasdotto. Ma ora lo nega

Roma. Lo ha detto in maniera così netta e con un tono talmente assertivo da sembrare sincero e convincente: “Io non ho mai fatto campagna No Tap, lei è male informata, si riveda un po’ tutti i filmati e ne prenda atto”, ha dichiarato il presidente della regione Puglia Michele Emiliano a “Dimartedì”, rispondendo a una domanda sulle sue posizioni proto-grilline. In realtà Emiliano è stato uno dei più strenui oppositori del gasdotto che dal 2020 porterà 10 miliardi di metri cubi di gas l’anno dall’Azerbajian in Europa, tanto da definire una “ritirata indegna” la presa d’atto del M5s dell’impossibilità di bloccare l’opera.

 

Emiliano ha cercato in ogni modo di impedire la realizzazione dell’infrastruttura. Prima dal punto di vista istituzionale con una serie di atti che sono culminati con il ricorso (perso) davanti alla Corte Costituzionale: i giudici della Consulta hanno ritenuto inammissibile il conflitto contro lo stato sollevato dalla regione Puglia, che riteneva lese le proprie prerogative nel procedimento di autorizzazione. “La prepotenza di questa scelta è sotto gli occhi di tutti”, dichiarò dopo la sconfitta Emiliano, ribadendo che era stata ignorata “la volontà delle popolazioni che non accettano, giustamente, l’approdo del gasdotto in una delle spiagge più belle del Salento”. E poi dal punto di vista politico, con un ruolo di leadership che gli è stato riconosciuto anche dal movimento No Tap: “Abbiamo ribadito la follia di questa opera che mette a repentaglio la sicurezza dei pugliesi – dichiarò il leader Marco Potì – Noi ci batteremo ed Emiliano è con noi”. Quanto ai video, che Emiliano dice di andare a consultare, ce n’è uno – davvero indecente – di una sua intervista in cui paragona il cantiere del Tap ai campi di concentramento nazisti: “Il cantiere di Melendugno sembra Auschwitz, se vedete le fotografie è proprio identico. Hanno alzato un muro di cinta con filo spinato, è impressionante”. Impressionante, come la faccia bronzea che riesce a mantenere mentre nega l’evidenza ribaltando le sue azioni e posizioni.

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  • Luciano Capone
  • Cresciuto in Irpinia, a Savignano. Studi a Milano, Università Cattolica. Liberista per formazione, giornalista per deformazione. Al Foglio prima come lettore, poi collaboratore, infine redattore. Mi occupo principalmente di economia, ma anche di politica, inchieste, cultura, varie ed eventuali