Mario Draghi (foto LaPresse)

Così Draghi prepara il terreno per il mandato di Lagarde

Maria Carla Sicilia

La Bce studia nuovi stimoli monetari, ma senza troppa fretta. Ecco cosa aspettarci oggi dalla riunione di Francoforte 

Saranno le sfumature del linguaggio a dare gli indizi maggiori su cosa succederà nei prossimi mesi alla politica monetaria della Banca centrale europea, quando oggi Mario Draghi terrà la consueta conferenza stampa al termine della riunione del consiglio direttivo della Bce, in corso questa mattina. Di certo la direzione è quella di immettere nuovi stimoli per sostenere l’Eurozona, anche alla luce dei segnali arrivati ieri dalla pubblicazione dell’indice Pmi, in calo in Europa e soprattutto in Germania, che nel manifatturiero ha registrato il dato peggiore degli ultimi sette anni. Ma la questione su cui gli analisti discutono è il timing.

  

Sono in molti a pensare che oggi Draghi non darà il via libera a nessuna misura, ma preparerà il terreno per settembre. Tra i 30 economisti intervistati da Bloomberg, solo due prevedono un taglio dei tassi già da questa settimana. Uno dei fattori che più convince chi si aspetta ancora prudenza è l’appuntamento a stretto giro della Fed, che il 31 luglio dovrà comunicare le sue decisioni di politica monetaria. Gli investitori si aspettano che anche Jerome Powell agisca in senso accomodante e, come nota il Ft, se Draghi anticipasse la banca centrale americana potrebbe spingere Powell a valutare un taglio più drastico dei tassi, che avrebbe come conseguenza una pressione a ribasso sul dollaro. Meglio invece restare cauti, evitando di dare nuovi elementi a Donald Trump, che negli ultimi mesi ha aumentato le sue accuse secondo cui altri paesi stanno beneficiando di un dollaro sopravvalutato.

   

Quello che ci aspetta per settembre, comunque, riguarda la riduzione dei tassi sui depositi, attualmente già di segno negativo al -0,40 per cento. Sembra probabile, dunque, che oggi la Bce annunci di voler mantenere i tassi ai "livelli attuali", aggiungendo magari la frase "o inferiore", così da preparare i mercati in vista dell’autunno. Allo stesso tempo sarà interessante ascoltare le parole sull’inflazione, perché il taglio dei tassi potrebbe essere legato proprio al raggiungimento di un’inflazione al 2 per cento, invece che “sotto ma vicina”. E visto il persistere di un’inflazione vicina ai minimi storici, alzare l’asticella significherebbe dare a Christine Lagarde più margine di azione per continuare con ulteriori stimoli monetari e iniziare un mandato accomodante. Meno scontata appare la possibilità che la Bce alluda a stretto giro a un nuovo ciclo di Quantitative easing, anche se sui mercati dell’eurozona questa aspettativa sta spingendo i tassi in basso (riducendo lo spread). Stamattina l'apertura delle Borse europee è stata positiva, compreso il listino di Milano, dove lo spread Bund Btp viaggia intorno a quota 190.

   

La conferenza stampa di oggi è una delle ultime presieduta da Mario Draghi, che concluderà il suo mandato a fine ottobre. Per non deludere i mercati e deprimere le Borse, la sfida sarà quella di non gettare ombre sulla debolezza dell’economia dell’Eurozona, nonostante i segnali che vanno in questa direzione, rassicurando gli investitori sui possibili interventi che la Bce è ancora disposta a mettere in campo. Indicando, soprattutto, indizi chiari su quando questo accadrà.