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L'Europa pronta a rispondere a Trump sui dazi

Mariarosaria Marchesano

La Commissione Ue sta preparando elenco di prodotti statunitensi da sottoporre a tariffe, qualora Trump ne imponesse nuove sui veicoli europei. Intanto scoppia il caso Bayer, che crolla a Francoforte

Milano. E' ancora la guerra commerciale il tema principale per i mercati: mentre vanno avanti i colloqui tra Stati Uniti e Cina per raggiungere un accordo, si è diffusa la notizia che la Commissione europea sta preparando un elenco di prodotti statunitensi da sottoporre a tariffe, qualora Donald Trump imponesse nuovi dazi sui veicoli europei entro il 18 maggio. La scorsa estate Trump ha imposti all'Europa (e ad altri partner commerciali) su acciaio e alluminio, dando il via a una disputa ancora in corso. Gli stati europei hanno risposto prendendo di mira prodotti tipicamente americani come le motociclette Harley Davidson e il Bourbon. In quell'occasione Ue e Stati Uniti avevano concordato di lavorare insieme per un accordo, ma l'amministrazione statunitense ha minacciato nuove tariffe sulle automobili prodotte in Europa. In base a quanto riferito da Bloomberg, la risposta europea avrebbe come obiettivo tariffe su esportazioni amaricane dal valore di 20 miliardi di euro. Intanto, secondo l'ultimo sondaggio mensile di Bofa Merrill Lynch, una guerra commerciale è in cima alla lista citati dagli investitori (37 per cento), seguita da un rallentamento della Cina (16 per cento) e dalla politica americana (12 per cento).

 

Nonostante i timori, però, le Borse europee tentano il recupero oggi. Piazza Affari sale dello 0,7 per cento a metà mattina e lo spread sfiora 276 punti base. La storia più forte oggi è quella della Bayer che tiene sotto pressione il listino di Francoforte. Il colosso farmaceutico tedesco rischia, infatti, di pagare a caro prezzo l'acquisizione dell'americana Monsanto, specializzata in biotencologie agrarie e al centro di diverse cause di risarcimento per danni alla salute. Una giuria californiana ha condannato la Bayer a risarcire con 2 miliardi di dollari una coppia che si è ammalata di cancro a causa del glifosato contenuto nel Roundup, un diserbante prodotto proprio dalla Monsanto che ha sede a Saint Louis, nello stato del Missouri. Si tratta del terzo verdetto di condanna per la Bayer in pochi mesi (il primo contro la compagnia è stato emesso l'anno scorso, quando una giuria statale ha assegnato 289 milioni di dollari di danni a un ex giardiniere scolastico, malato di cancro alla pelle). Bayer ha fatto appello in tutti e tre i casi, ma intanto gli investitori vendono a piene mani il titolo quotato a Francoforte dove stamattina perde oltre il 7 per cento.

 

La Bayer ha acquisito la Monsanto nel 2016 ma solo quest'anno c'è stata la vera integrazione tra i due gruppi con la cancellazione del marchio americano e la piena integrazione delle attività nella multinazionale tedesca. Operazione che – valutata 66 miliardi di euro – non ha mancato di sollevare critiche anche da parte di gruppi di azionisti della Bayer per la reputazione negativa che accompagna la Monsanto a causa di prodotti tossici per le persone, compreso un defoliante usato durante la guerra in Vietnam. Intanto, il caso rischia di trasformarsi in un vero scandalo internazionale (si parla di Monsantogate) dopo che la magistratura francese ha aperto un’inchiesta sulla vicenda, in seguito a rivelazioni del quotidiano Le Monde in base alle quali la Monsanto avrebbe compilato un fascicolo di 200 nomi, compresi giornalisti e legislatori, con l'intenzione di influenzare le loro posizioni sui pesticidi.