Da sinistra Luigi Di Maio, Giuseppe Conte e Matteo Salvini (foto LaPresse)

Cade il bluff della colpa degli altri

Redazione

Sale la fiducia degli investitori tedeschi e l’Europa se la cava senza di noi

Locomotiva tedesca che non tira? Rallentamento dell’economia cinese? Minacce di dazi, tensioni internazionali? Fine degli acquisti della Banca centrale europea? Per giustificare i fallimenti di un anno di governo il premier Giuseppe Conte e i suoi vice Salvini e Di Maio hanno dato la colpa a ogni sorta di fattore esterno; del resto dalla “perfida Albione” al “colonialismo francese” è una tradizione italica.

 

I dati smentiscono questa retorica. La Germania ha sì rallentato per i problemi dell’industria automobilistica, ma l’indice Zew di fiducia degli investitori segna ad aprile un più 3,1 rispetto allo 0,5 atteso e al meno 3,6 di marzo mentre il pil tedesco previsto nel 2019 in calo allo 0,5 nel 2020 tornerà all’1,5. Anche la crescita della Cina nel primo trimestre, più 6,4 per cento, batte le previsioni, trainata dalla produzione industriale (più 8,5) e dai consumi (più 8,7), il che attenua le aspettative di guerra commerciale con gli Stati Uniti. Il Quantitative easing terminato a dicembre non ha influito sullo spread, inchiodato a 250-260 punti, oltre il doppio del Portogallo, benché i fondi abbiano timidamente ripreso ad acquistare Btp (afflusso netto di 22 miliardi) visti gli alti interessi del Tesoro. Anche la produzione industriale italiana segna a febbraio il secondo rialzo dopo quattro mesi di calo.

 

Dunque i problemi italiani sono interni, e tutti ascrivibili alla politica. La fiducia di imprese e consumatori resta ai minimi e il presidente Istat Gian Carlo Blangiardo, in audizione sul Def, scorge “il bicchiere mezzo pieno” dello 0,2 di crescita stimato dal governo, solo per la vivacità del settore privato. L’inflazione annua resta bassa, l’1 per cento in gran parte determinata dall’energia. Insomma: la fine della ricreazione gialloverde è arrivata prima delle elezioni europee, come ammette il ministro dell’Economia Giovanni Tria l’Iva aumenterà “in assenza di entrate alternative”. La flat tax è una promessa irrealizzabile (mentre l’aumento del peso fiscale di 70 miliardi è già avvenuto), quota 100 e reddito di cittadinanza sono un inutile falò di soldi pubblici. A forza di dire no all’Europa, ai mercati, al resto del mondo, occupandoci solo di sbarchi, ecco che il mondo va avanti senza di noi.

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