Giuseppe Conte (foto LaPresse)

Sorridete, il 2019 sarà un bellissimo anno. Di decrescita

Per l'Upb il pil crescerà dello 0,4 per cento e non dell'1 come previsto dal governo. Domani la Commissione Ue dovrebbe rivedere al ribasso le sue stime. E intanto il Fmi boccia quota 100 e reddito di cittadinanza

Dispiace per il presidente del Consiglio Giuseppe Conte che, non più tardi di qualche giorno fa, intervistato da Povera Patria, assicurava sorridente che “ci sono tutte le premesse per un bellissimo 2019 e per gli anni a venire”. Il 2019, almeno per ora, non sarà bellissimo. Anzi, per dirlo con le parole dell'Ufficio parlamentare di bilancio (Upb), “nel trimestre in corso l'attività sarebbe pressoché stagnante o debolmente negativa”. Certo, gli stessi tecnici, prevedono una ripresa graduale nel secondo semestre dell'anno dove si dovrebbero vedere gli effetti delle “misure espansive previste nella manovra di bilancio”. Ma le previsioni sembrano essere molto distanti dal “bellissimo 2019” annunciato dal premier.

 


 

Clicca sulla foto per scaricare la nota congiunturale dell'Upb

 


Secondo la nota congiunturale Upb di febbraio quest'anno il pil crescerà dello 0,4 per cento e dello 0,8 per cento nel 2020. Una stima peggiore di quella di Fondo Monetario e Banca d'Italia (0,6 nel 2019, 0,9 nel 2020) e, soprattutto, di quanto previsto dal ministero dell'Economia nella legge di bilancio (1 e 1,1 per cento). 

 

Non solo, l'Upb ricorda che “sulla crescita del 2019 grava il rischio dell'incremento delle imposte dirette, indicato nelle clausole di salvaguardia dei conti pubblici. Nel caso in cui le clausole dovessero attivarsi il tasso di crescita del prodotto si ridurrebbe di un quarto”. E ancora: “I fattori di rischio che circondano il quadro di previsione sono molteplici e prevalentemente orientati al ribasso”.

 

Insomma, c'è poco da gioire anche perché, secondo indiscrezioni, domani la Commissione europea taglierà nettamente le previsioni di crescita per l'Italia (e un po' meno nettamente per l'intera Eurozona). La stima dovrebbe attestarsi intorno a un più 0,2 per cento anche se da Bruxelles non arriva alcuna conferma.

 

In compenso il Fmi nel suo rapporto annuale sull'Italia, ribadisce che un'accentuazione dei problemi dell'Italia, potrebbe portare a “ricadute globali e significative”. La stima per il 2019 è confermata: +0,6 per cento. Mentre le misure simbolo del governo, reddito di cittadinanza e quota 100, vengono duramente criticate se non totalmente bocciate. Secondo il Fondo, infatti, il reddito di cittadinanza va nella giusta direzione ma prevede “benefit molto alti” in particolare “al sud dove il costo della vita è più basso”. Per questo rischia di trasformarsi in un “disincentivo al lavoro” o di creare “dipendenza dal welfare”. Quota 100, invece, aumenterà “ulteriormente la spesa pensionistica” e imporrà “un onere ancora maggiore sulle generazioni più giovani”. “Sulle base delle esperienze in altri paesi – scrive il Fmi – è improbabile che l'ondata prevista di pensionamenti possa creare altrettanti posti di lavoro per i giovani”. 

Da tutte le parti, quindi, arrivano giudizi durissimi sull'operato del governo gialloverde. Ma tanto si sa, alla fine, è tutta colpa di burocrati e tecnici. Con i loro cuori aridi e la fissazione per i freddi numeri, non riescono a vedere la bellezza della manovra e di questo 2019 appena iniziato.