Di Maio durante la visita dei cantieri navali di Palermo (foto LaPresse)

A sovranista sovranista e mezzo

Redazione

L’indagine Antitrust su Fincantieri fa capire i danni della chiusura

Non c’è un complotto da parte franco-tedesca verso l’Italia dietro al supplemento di indagine della Commissione europea sull’acquisizione della ex Stx da parte di Fincantieri. Semmai c’è uno strabismo da parte dell’Antitrust su cosa si intende fare per creare dei campioni europei in settori strategici come la crocieristica navale e la navalmeccanica. Tuttavia è bastato che l’accordo franco-italiano sia stato messo in stand by per motivare reazioni furenti da parte del governo gialloverde, con Matteo Salvini che si è detto “stufo” e rappresentante di “un governo che non ha intenzione di piegarsi agli interessi economici di altri paesi”.

 

Se l’intenzione degli altri paesi, in questo caso Francia e Germania, fosse quella di evitare che Fincantieri trovi un ampio bacino di carenaggio nei Chantiers de l’Atlantique o che crei alleanze in ambito militare a livello europeo, verrebbe da chiedersi se si tratti di “sovranismo”. Ovvero se Francia e Germania antepongano i propri interessi nazionali alla ambizione di creare una società competitiva a livello internazionale. Se quello si può definire sovranismo, la reazione di Salvini fa capire che è un approccio che non piace nemmeno ai sovranisti di casa nostra. E quindi dovrebbe essere abbandonato.

 

Tuttavia, come paradossalmente accade, perché è ormai la logica del paradosso a definire l’azione del governo italiano in diversi ambiti, non si capisce come mai ci sia una difesa preventiva di banca Carige con l’invocazione di nazionalizzazioni da parte di Lega e M5s. Un’idea remota nei fatti – respinta dalla banca stessa che è commissariata dalla Banca centrale europea – ma immediata nelle opinioni politiche, che nasconde la volontà di difendersi da una acquisizione straniera per resistere nel fortino nazionale. Che sia un acquirente francese o uno tedesco a rilevare Carige non dovrebbe dispiacere al governo che intende costruire un’alleanza cantieristica con Parigi. Altrimenti si potrebbero dire “stufi” ovunque di questa reazione allergica alle fusioni tra paesi europei. Il caso Fincantieri dovrebbe insegnare a mettere da parte simili atteggiamenti.