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Comprateci tutte le imprese

Redazione

Se ci fosse l’invasione di investimenti stranieri vista da Conte cresceremmo di più

In un colloquio con il Corriere della Sera il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, ha criticato l’Antitrust europeo per il supplemento di indagine sull’acquisto di Fincantieri dei cantieri navali francesi Chantiers de l’Atlantique (ex Stx) promosso da Francia e Germania per cercare di bloccare l’operazione. Pur esprimendo una critica legittima, non è mancata un’iperbole cui l’avvocato degli italiani è avvezzo fare ricorso. Conte non considera “normale” il tentativo di fermare l’operazione “mentre tutti si consolidano e noi siamo invasi da aziende straniere”. Conte parla di grandi imprese che il governo è impreparato a difendere, in quanto apre le porte ai cinesi. Nelle piccole e medie se davvero fossimo invasi di imprese straniere è probabile che l’economia avrebbe performance migliori.

Nel libro “Le medie imprese acquisite dall’estero. Nuova linfa al Made in Italy o perdita delle radici?” (Franco Angeli, 2018) di Gabriele Barbaresco (direttore dell’Area Studi Mediobanca), Michela Matarazzo (Università Guglielmo Marconi), Riccardo Resciniti (Università del Sannio) affermano che non ci sono risultati negativi per le aziende dopo l’ingresso di un investitore estero, anzi. Con “la nuova proprietà straniera le imprese raggiungono risultati ancora migliori: redditività ed efficienza aumentano, cresce la proiezione internazionale e si rafforza la base occupazionale che viene ricomposta a favore dei profili più skilled, coerentemente il costo unitario del personale aumenta, in linea con la maggiore redditività” e poi “l’acquisizione straniera configura, a nostro avviso, uno scambio di reciproca convenienza in cui l’investitore straniero ‘cede mercato’ all’impresa acquisita, permettendole un più ampio accesso a nuovi sbocchi internazionali, e ‘riceve prodotto’”. E il fatto che “l’azionista straniero sia in grado di estrarre maggiore valore dalle imprese di cui assume il controllo ci pare un’ulteriore prova del fatto che le medie imprese italiane, pur virtuose, incorporano un ‘potenziale inespresso’” per problemi interni di gestione o di approccio ai mercati. A questo punto invadeteci tutti.

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