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Per Moody's la manovra (da rifare) è stato un danno autoinflitto

Franca Menta

L'agenzia si aspetta che i risparmiatori avranno un ruolo importante nel finanziare il paese, mentre gli investitori esteri continueranno a vendere titoli di stato. A giudicare dalle scorse aste potrebbe essere un problema 

In soccorso dell'economia scossa dalla manovra gialloverde potrebbero restare solo i risparmiatori italiani, che però al momento sembrano fuggire dalle aste dei titoli di stato, invece che partecipare per contribuire al finanziamento del paese. In un commento sulla situazione italiana, l'agenzia di rating Moody's nota che da mesi gli investitori esteri sono orientati verso la vendita dei titoli di stato e si aspetta che il trend resti invariato, tenuto conto di come si sta evolvendo il confronto tra la Commissione europea e l'Italia. Per questo, scrive Moody's, i risparmiatori italiani dovranno avere un ruolo più importante nel fornire finanziamenti al governo, che si troverà a misurarsi con un costo "alto e volatile" per via delle tensioni con l'Unione europea. Proprio per gestire i costi elevati che derivano dalla svalutazione dei titoli di stato, Moody's ritiene che il governo potrebbe rinviare alcune misure previste dalla manovra, come il reddito di cittadinanza o il programma degli investimenti, su cui l'agenzia esprime dei dubbi per via delle complessità tecniche e burocratiche che richiedono per essere avviate. L'effetto, nota Moody's, potrebbe essere quello di un circolo vizioso perché rimandare gli investimenti permette da un lato di controllare il deficit ma dall'altro limita l'impatto positivo che queste misure avrebbero sull'economia, secondo le previsioni del governo. 

     

Attualmente Moody's prevede una crescita del pil dell'1 per cento per l'anno in corso e dell'1,3 per cento per il 2019, sulla base della manovra, ma i rischi al ribasso di queste previsioni sono "significativi": "La continua incertezza associata ai tassi d'interesse su livelli relativamente alti potrebbe deprimere ulteriormente la crescita nel quarto trimestre e nel 2019", con la conseguenza che "una minore crescita economica avrà un impatto negativo sull'andamento fiscale e sulla traiettoria del debito". 

  

  

E' "altamente probabile", continua la nota, che l'Italia sia messa sotto procedura d'infrazione per deficit eccessivo ed è ugualmente probabile" che il governo italiano continui a opporsi a modifiche di rilievo alla legge di bilancio. "Ci eravamo aspettati questo scenario quando abbiamo abbassato il rating dell'Italia il 19 ottobre a Baa3", ha commentato Kathrin Muehlbronner, senior vice president di Moody's, e perciò l'avvio di una procedura d'infrazione non è di per sé un elemento chiave del nostro rating". L'agenzia ritiene improbabile che le autorità europee disporranno sanzioni in tempi brevi, anche per evitare di alimentare le posizioni anti europeiste del governo italiano prima delle elezioni europee. Moody's si aspetta che all'Italia vengano dati sei mesi di tempo per prendere misure correttive, anche se tale periodo potrebbe essere ridotto a tre mesi.

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