Matteo Salvini (foto LaPresse)

Il flop dei Btp Italia mostra che il popolo non crede ai sovranisti

Alberto Brambilla

In tre giorni le richieste totali da parte degli investitori retail si sono fermate a circa 800 milioni di euro: l’accoglienza peggiore dal 2012. Matteo Salvini dovrà rivedere le sue convinzioni

Roma. La risposta del pubblico di piccoli risparmiatori all’offerta del nuovo Btp Italia è stata drammatica e smentisce la retorica del governo Lega-M5s che invitava gli italiani a comprare titoli di stato tricolore.

In tre giorni le richieste totali da parte degli investitori retail si sono fermate a circa 800 milioni di euro: l’accoglienza peggiore dal 2012, da quando i Btp Italia sono stati offerti sul mercato. Nella precedente offerta di metà maggio erano stati sottoscritti 3,7 miliardi nei primi due giorni, oltre 4 alla fine. Eppure il nuovo titolo con scadenza novembre 2022, indicizzato all’inflazione italiana, aveva un rendimento attraente: garantisce una cedola minima di 1,45 per cento, la più alta annunciata dal Tesoro per questo titolo in quattro anni. L’accoglienza dell’emissione nuovo Btp Italia rappresentava un test cruciale per valutare la fiducia dei risparmiatori verso i titoli italiani mentre l’esecutivo ha aperto un confronto senza precedenti con la Commissione europea che ieri ha bocciato il documento programmatico di bilancio italiano e, di conseguenza, ha aperto un’inedita procedura di infrazione per l’intenzione, confermata più volte da esponenti di governo, di non ridurre il debito pubblico violando il Patto di stabilità e crescita.

 

L’auspicio che gli italiani, con una ricchezza complessiva superiore ai 4 mila miliardi, avrebbero soccorso il governo sovranista è stato smentito dal risultato impietoso dalla 14esima emissione di Btp Italia. Il vicepremier e ministro dell’Interno, Matteo Salvini, dovrà rivedere le sue convinzioni così espresse a inizio ottobre: “La forza dell’Italia, che nessun altro degli amici seduti al tavolo oggi ha, né i francesi, né gli spagnoli è un risparmio privato che non ha eguali al mondo. Per il momento è silenzioso e viene investito in titoli stranieri. Io sono convinto che gli italiani siano pronti a darci una mano”, aveva detto. L’affermazione di Salvini era stata letta da parte della stampa come una riedizione della donazione dell’oro alla patria del regime fascista in risposta alle “inique sanzioni” internazionali per l’invasione dell’Etiopia. Le sanzioni economiche della Commissione europea, in conseguenza dell’apertura della procedura di infrazione, avranno effetti a partire dal 22 gennaio con una multa pari allo 0,2 per cento del pil a salire se l’Italia rifiuta di correggersi. Ma, in tutta evidenza, gli italiani non sono disposti a impegnare una quota dei loro risparmi per Salvini come fecero donando le fedi nuziali a Benito Mussolini nel 1935. Anche il paragone tra sovranisti e fascisti, a questo punto, dovrà essere riconsiderato dai media. Era stato ipotizzata da parte della Lega la creazione dei Conti individuali di risparmio (Cir), ovvero emissioni di Btp e Bot per i piccoli risparmiatori, con alti interessi ed esenti dal 12,5 per cento di tasse, per tamponare le continue fughe dai Btp di fondi stranieri.

 

Il mercato si aspettava un successo maggiore del Btp Italia (di 10 miliardi) visti i precedenti positivi e il Tesoro si interroga su come riuscire ad attirare gli investitori retail. Ieri il direttore generale del Tesoro per la gestione del debito pubblico, Davide Iacovoni, ha constatato che “l’esito del collocamento è inferiore alle attese”. “Il contesto di maggiore volatilità ha pesato sul Btp Italia come sugli altri titoli di Stato – ha detto a Reuters – C’è stata una reazione soprattutto di quella parte di investitori più facoltosi che si avvalgono di gestioni patrimoniali e del private banking che hanno tenuto un comportamento più prudente, dato il contesto di volatilità del mercato”. Iacovone ha aggiunto che il Tesoro è “estraneo” a progetti come i Cir che non hanno avuto seguito, ma la cui caratteristica di offrire un incentivo fiscale avrebbe comportato un “aggravio significativo per l’Erario” e di “creare distorsioni nelle scelte degli investitori”. Probabilmente incentivati a investire nel debito e non in altre classi di investimento, in azioni per esempio.

 

Oggi inizia l’offerta di Btp Italia agli investitori istituzionali. L’ad di Banca Generali, Gian Maria Mossa, ha detto che “senza dubbio” comprerà il nuovo titolo perché “ha più senso comprare Btp che il debito di qualsiasi altro paese vicino” all’Italia. Si rileva una discrasia tra il comportamento delle banche e dei risparmiatori. Le prime valutano la convenienza di un’emissione e decidono di comprare debito nazionale. I secondi, invece, di mostrano di non fidarsi – a prescindere dall’esca usata per ingolosirli – e chiedono alle banche, Banca Generali compresa, come ammesso da Mossa, come possono proteggere i loro risparmi portandoli all’estero. E’ dunque l’establishment finanziario – non il popolo – a dare credito al governo populista, e il risparmio andrà a finire in un’altra patria.

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  • Alberto Brambilla
  • Nato a Milano il 27 settembre 1985, ha iniziato a scrivere vent'anni dopo durante gli studi di Scienze politiche. Smettere è impensabile. Una parentesi di libri, arte e politica locale con i primi post online. Poi, la passione per l'economia e gli intrecci - non sempre scontati - con la società, al limite della "freak economy". Prima di diventare praticante al Foglio nell'autunno 2012, dopo una collaborazione durata due anni, ha lavorato con Class Cnbc, Il Riformista, l'Istituto per gli Studi di Politica Internazionale (ISPI) e il settimanale d'inchiesta L'Espresso. Ha vinto il premio giornalistico State Street Institutional Press Awards 2013 come giornalista dell'anno nella categoria "giovani talenti" con un'inchiesta sul Monte dei Paschi di Siena.