Di cosa parlare stasera a cena

La non sfiducia in Bonafede e Facebook che sfida Amazon

Giuseppe De Filippi

Idee e spunti per sapere quello che succede nel mondo selezionati per voi da Giuseppe De Filippi

Si diceva sul Foglio che non è certo il tempo della Movida e quindi Alfonso Bonafede non doveva essere riportato a fare il Dj. E’ andata così.

 

Giuseppe Conte è sulla stessa linea, ma declina l’argomento movida nell’immediato, chiedendo ai cittadini di ridurre gli assembramenti attorno a spritz e simili e anche quelli serali post-cena.

 

Salvare Bonafede ma non i bonafedisti.

 

La scena nuova che si sta aprendo in Europa è doppiamente spiazzante per il sovranismo nostrano. Non solo dall’Europa sta venendo la stabilizzazione dei mercati finanziari (come succede peraltro fin dalla convergenza verso l’euro) ma si sta anche fissando, in Europa e con l’Europa, la nuova politica sociale. Ne hanno parlato alla Cattolica di Milano con Irene Tinagli, e noi parliamone in cene non da movida.

 

Tuttavia, pur nello spiazzamento, si crea uno spazio politico opportunistico. E’ una cosa che dà un po’ ai nervi, ma succede. In breve, si verificano due tendenze. La prima è che l’Europa, come si vede, va avanti da sé, con la sua forza aggregante e la capacità di prendere, sia pure lentamente, la strada della convergenza e del sostegno reciproco. La seconda, che deriva dalla prima, è che sotto all’ombrello europeo diventa facile e proficuo tentare di distinguersi con critiche fatti di sparate confusionarie (Giorgia Meloni che si impunta a chiedere alla Bce di “fare come le altre banche centrali e quindi comprare tutti i titoli invenduti alle aste”, cosa che non fa nessuna banca centrale del mondo) o con il metodo, in questo caso un po’ comico (come segnalato oggi dal Foglio), del +1, e quindi se l’Europa muove 500 miliardi dire che non bastano e ce ne vogliono di più, così, detto a capocchia. Questo è uno spazio opportunistico ottimale, perché si critica, si prendono consensi nel dibattito pubblico, ma si continua, ovviamente, a fruire dell’ombrello, delle garanzie e dello spazio comune europeo

  

Un confronto con UK, sempre più incartato tra gli estremismi portati dalla Brexit e le necessità di sostegno delle politiche sociali.

 

Prescrizioni mediche gratuite per Donald Trump.

 

Dopo le discussioni inutili sull’Europa ci sono anche quelle su Fca e politica industriale. C’è un concetto banale: se fai la politica industriale allora devi farla con le industrie. Chi rifiuta questa banalità o ha pregiudizio anti-industriale oppure vuole rafforzare il potere burocratico per ragioni non commendevoli. Il resto è noia assoluta, perché tanto la forza delle industrie che producono supererà sempre le resistenze e i piccoli ricatti.

 

Allora, lo si dica con tutto lo stupore possibile e conoscendo quello che in tante cene avevamo detto dei grillini e del grillismo. Però qui continuiamo a ricevere segnali interessanti e non coerenti con un certo nostro pregiudizio. In questi casi bisogna essere in grado di recepire i segnali anziché rifiutarli per tutelare, appunto, il pregiudizio. La via d’uscita forse è in un po’ di sforzo analitico in più. In passato si era detto che i grillini erano politicamente tabula rasa. Ora questo evidente difetto potrebbe trasformarsi in una dote. Ma questa trasformazione positiva non era scontata. Quindi avevano senso le critiche di anni fa e anche recenti al movimento anti-politico e populista, ma la permanenza dei grillini in ben due maggioranze, con la disvelante disinvoltura con cui le hanno cambiate, e la necessità di assumere compiti di governo, è un fatto che trasforma le cose, che modifica un tessuto, come l’esposizione al sole (cioè a una leggera radiazione ionizzante). I grillini si sono esposti al sole del potere e non sono più uguali. Allora diventa utile la partenza della loro avventura politica, appunto la condizione di tabula rasa. Questo è il punto di vantaggio, perché consente a idee non sbagliate di insinuarsi, di farsi strada, nell’agire politico di parlamentare e di donne e uomini di governo a 5 stelle. Tutto questo per dire che oggi, in successione, due ministre grilline hanno sostenuto tesi non solo corrette e innovative da un punto di vista liberale (quello che piace a noi e che storicamente è il più efficiente) ma anche politicamente coraggiose, per la precisione tesi che non erano mai state sostenute apertamente da altri politici. Forse perché nessun loro predecessore era tabula rasa e non poteva quindi accedere liberamente a un repertorio di idee che in Italia non ha molti seguaci. Velocemente una è la ministra della Pubblica Amministrazione, Fabiana Dadone, che ha osato infrangere il tabù del cartellino e dei controlli occhiuti sugli statali, spingendosi a dire che l’espressione giornalistica e stupida, i “furbetti del cartellino”, andrebbe superata (ricordate che invece giusto un governo fa, la precedente ministra, Bongiorno si era invece buttata senza risparmio, proponendo, ma venendo poi bloccata da altri organi di garanzia, la presa delle impronte digitali e altri controlli biometrici contro l’assenteismo degli statali). Dadone evidentemente confida in un sistema basato su fiducia e responsabilizzazione, favorito anche dai positivi risultati dello smart working durante la pandemia. L’altra ministra è Nunzia Catalfo, e figuriamoci se qui non la si è criticata in passato. Però oggi ha chiuso la partita nata dalla classificazione Inail dei contagi sul luogo di lavoro con ragionevolezza e saggezza, inserendo, nella circolare sul tema, le corrette indicazioni sul riconoscimento dei livelli di prudenza e di tutela che mettono le aziende al riparo dalle contestazioni più gravi in caso di contagio del lavoratore e spianando la strada per poter ristabilire un livello accettabile di fiducia nei luoghi di lavoro

  

Intanto Facebook sfida Amazon nel commercio (ma Amazon è forte per la logistica e Facebook come farà?).