L' antimafia (ex) grillina ricorda a Bonafede come si pensa da manettari
Così il sospettato ministro della Giustizia, oggi normalizzato, diventa bersaglio dei suoi vecchi compagni di viaggio
-
Turarsi il naso con Bonafede
-
Poteri e Csm. Cosa non dicono i giornali amici dei pm sull'altra battaglia per i pieni poteri
-
“La politica non è vendetta”. Renzi si ferma sulla soglia della sfiducia a Bonafede
-
I nuovi re della giungla giudiziaria
-
Bonafede contro il modello Bonafede
-
Il garantista a metà tra Beccaria e Mastro Titta
-
Bonafede e il triste spettacolo di un centrodestra al traino dei pm
-
Conte: “È l'ora della svolta. Ora un patto con le opposizioni”
-
Ascoltare Filippo Sgubbi
-
La non sfiducia in Bonafede e Facebook che sfida Amazon
-
L'alibi della responsabilità
-
Ora cambiamo davvero
-
Adesso basta
-
La falsa narrazione sulla lotta alla mafia che ha distrutto questo paese
-
I luoghi perduti della giustizia
Roma. Nel mondo alla rovescia del 2020 – quello dove Matteo Renzi, alleato di governo del M5s, difende in Parlamento Alfonso Bonafede dalla sfiducia – capita che proprio i populisti giustizialisti si lamentino delle conseguenze nefaste della cultura del sospetto. La stessa che ha permesso loro di campare politicamente negli ultimi 10 anni, prosperando fino ad assumere, come nel caso del ministro della Giustizia Bonafede, incarichi importanti. “Nelle ultime tre settimane, fuori da qui, si è sviluppato un dibattito gravemente viziato da allusioni e illazioni”, dice Bonafede nell’aula del Senato, mentre intorno a lui fischiano le sirene dell’antimafia grillina.
Abbonati per continuare a leggere
Sei già abbonato? Accedi Resta informato ovunque ti trovi grazie alla nostra offerta digitaleLe inchieste, gli editoriali, le newsletter. I grandi temi di attualità sui dispositivi che preferisci, approfondimenti quotidiani dall’Italia e dal Mondo
Il foglio web a € 8,00 per un mese Scopri tutte le soluzioniOPPURE
- David Allegranti @davidallegranti
David Allegranti, fiorentino, 1984. Al Foglio si occupa di politica. In redazione dal 2016. È diventato giornalista professionista al Corriere Fiorentino. Ha scritto per Vanity Fair e per Panorama. Ha lavorato in tv, a Gazebo (RaiTre) e La Gabbia (La7). Ha scritto cinque libri: Matteo Renzi, il rottamatore del Pd (2011, Vallecchi), The Boy (2014, Marsilio), Siena Brucia (2015, Laterza), Matteo Le Pen (2016, Fandango), Come si diventa leghisti (2019, Utet). Interista. Premio Ghinetti giovani 2012. Nel 2020 ha vinto il premio Biagio Agnes categoria Under 40. Su Twitter è @davidallegranti.