confessioni di un girovago

La valigia, le zanzare, i vaccini. Memorie di un cosmopolita laterale

Costantino della Gherardesca

Il curriculum di un viaggiatore si misura in miglia aeree. Se uno gira molto per lavoro, accumula punti e col tempo impara che dietro quella rete di punteggi c’è una matematica che gli servirà molto più di quella che (non) ha imparato a scuola

Tra poche ore partirò per girare la prossima edizione di “Pechino Express”. Fisso l’oceano bianco dello schermo, mentre sul letto si spalanca un altro vuoto esistenziale: la valigia.

 

Sta lì, aperta come una voragine nel bel mezzo nella camera dove dormo, a ricordarmi tutti gli aspetti più noiosi della cosa che più amo al mondo: viaggiare. La valigia si porta dietro troppi interrogativi. Qual è la tua idea di necessità? Il cambiamento climatico ha colpito Singapore? Ma soprattutto, cosa intendeva Freud quando diceva che quella Samsonite rappresenta la vagina di tua madre?

 

Oltre all’angoscia dei documenti e al brivido passeggero di individuare il guardaroba per le prossime settimane (paragonabile a una sveltina in macchina, con le guardie dietro l’angolo), un cosmopolita laterale come il sottoscritto deve ricordarsi un’altra lista di cose irrinunciabili, importanti quasi quanto un profumo per cuscini calmante di Susanne Kaufmann.

 

Che si parta per avventurarsi nella natura o per comprare ceste di vimini in Indonesia per poi rivenderle a 400 sterline l’una a Notting Hill, l’accessorio numero uno sono i vaccini. Non per vantarmi (né per svelare che, per quanto mi riguarda, avrebbero dovuto mettermi sulla copertina del New York Times) ma di recente ho avuto l’onore di essere il primo, al San Raffaele di Milano, vaccinato contro il vaiolo delle scimmie, una malattia che ultimamente colpisce soprattutto i più promiscui fra gli omosessuali che frequentano le saune. Nel mio caso, l’ho fatto per far colpo su un uomo o forse per pura ipocondria, non ricordo bene. Anche perché l’ultima sauna che ho frequentato era a Montreux, in Svizzera, e l’unica altra avventrice era una vecchia erede della famiglia Guinness.

 

Un altro pensiero comune quando devi prepararti per un viaggio sono le zanzare, soprattutto quelle pericolose. Insieme al sole, sono il mio più grande nemico in ogni edizione di “Pechino Express”. Anni fa, mentre attraversavamo la Birmania, un medico della produzione mi ha detto che le zanzare sono attratte da due cose: il nostro alito (che sappia di gelsomino o di sigaro cubano non fa differenza, hanno palati complessi e gusti maturi) e il nostro sudore, che trovano particolarmente sexy. Per scampare la dengue non ti basterà prendere una bustina di Dukoral, devi eliminare il problema alla radice: il sudore si rapprende sui peli, quindi per essere certo di scongiurare spossatezza e sangue dalle gengive, uno si dovrebbe depilare a fondo. Ora, dato che nella comunità gay io sono considerato un daddy, capite bene che non sono proprio glabro. Farmi la ceretta richiederebbe una quantità di strisce epilatorie sufficienti a fasciare le mummie di intere dinastie egizie, dovrei utilizzare una quantità di pezzi di carta pari a quella che i giapponesi spargono per le strade durante il festival del santuario di Koromo. La ceretta, in poche parole, non è una strada percorribile: oltre ad avere un notevole impatto ambientale, mi farebbe perdere lo status di daddy. Non posso permettermi una crisi identitaria, soprattutto quando devo superare le dogane.

 

Il curriculum di un viaggiatore si misura in miglia aeree. Se uno gira molto per lavoro, accumula punti e col tempo si abitua a tutta una serie di agevolazioni, impara che dietro quella rete di numeri e punteggi c’è una matematica che gli servirà molto più di quella che (non) ha imparato a scuola. Per esempio, se voli con Emirates Skywards, oltre a rientrare nei soliti programmi fedeltà a cui aderiscono le principali compagnie internazionali, hai grandi agevolazioni su voli per mete meno convenzionali. Negli anni scorsi, grazie alle loro miglia aeree, quando facevo ricerche per altri progetti televisivi, ho potuto visitare Ghana, Uganda, Algeria e altre destinazioni incredibili. Quindi, tieni il conto delle miglia aeree: è una pratica che apre la mente, più della meditazione.

 

Ma soprattutto, ovunque io vada, devo portarmi dietro la consapevolezza che sono come un ballerino sovietico a cui il Cremlino ha rilasciato il permesso per una breve tournée oltrecortina. Posso anche visitare le comuni più libertine come Esalen in California, o addirittura cenare con dei coreografi francesi a Katmandu, ma avrò sempre sul collo il fiato dell’Agenzia delle entrate.

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