(foto di Ansa)

la sinistra né-né

Santoro e Freccero. Nasce la commissione DuPre di guerra, con la Nato al posto di Big Pharma

Giovanni Rodriquez

Al teatro Ghione di Roma va in scena lo show del pacifismo. Comici e intellettuali raccontano le colpe dell'Alleanza atlantica e la censura in occidente, ma sulla Russia che ha invaso l'Ucraina nemmeno una parola (o quasi)

L’evento “Pace proibita” andato in scena al teatro Ghione di Roma il 2 maggio può essere definito come l’inaugurazione di una nuova Commissione DuPre. Stavolta però niente vaccini, il focus è la guerra. Ed è la Nato a occupare il posto che fu di Big Pharma con il Covid. In oltre due ore di diretta si sono alternati sul palco artisti, intellettuali e giornalisti impegnati a puntare il dito contro le colpe dell’Occidente più che a prospettare possibili soluzioni al conflitto in Ucraina. Anzi, a dirla tutta, se un marziano ignaro di quanto accaduto sulla Terra negli ultimi due mesi fosse per qualche ragione capitato l’altra sera a teatro per ascoltare Michele Santoro, sarebbe stato portato a credere che la Nato per mezzo dell’Ucraina avesse invaso la Russia e stesse bombardando da settimane Mosca.

 

Ad aprire la serata condotta da Santoro è stato l’attore Elio Germano, leggendo alcune frasi di Gino Strada: “Un F35 costa quanto 1.000 posti letto in terapia intensiva. Basta scegliere". E’ vero, basta scegliere, il problema è che oggi in Ucraina, anche a causa dell’assenza di quegli F35, troppe persone finiscono al camposanto a causa dei bombardamenti senza neanche passare dalle terapie intensive. Poi è stata la volta della proiezione di un cartone animato che, come sottolineato da Santoro, riportava dichiarazioni di un “generale vero”. Il mini generale cartonato ha spiegato come la Nato “da oltre 20 anni sia diventata una minaccia per la sicurezza in Europa”. Al che al marziano può sorgere il dubbio: non sarà che questo cartone è semplicemente il prof. Orsini – il grande assente della serata – travestito da generale?

 

A seguire Luciana Castellina, anche lei indaffarata a rimarcare le colpe della Nato. Incredibilmente, ma forse neanche troppo, insieme al professore della Luiss l’altro grande assente della serata è stato Vladimir Putin. Quasi mai chiamato in causa, e questo perché in fondo, come spiegato da Castellina, “quello che bisogna sconfiggere è anche la Russia, ma soprattutto la guerra”. Purtroppo non ha avuto modo di spiegare come l’Ucraina possa farlo senza armi e senza combattere l’invasione dell’esercito. Magari Castellina voleva solo mantenere un po’ di suspense e il “come” verrà chiarito nella prossima serata-spettacolo.

 

Sabina Guzzanti è invece intervenuta per parlare di “censura”. Dovete sapere che la censura “oggi si chiama linea editoriale”, ha spiegato la comica prima di addentrarsi in un parallelo tra la libertà di stampa in Russia e in Italia. Perché se è vero che lì non c’è piena libertà di criticare l’operato di Putin, qui “cosa ti succederebbe se pretendessi l’applicazione della Costituzione?”. Ecco, non c’è una risposta precisa, ma probabilmente non si corre il rischio di sorseggiare un tè aromatizzato al polonio.

 

E che dire della performance di uno dei fondatori della commissione DuPre, Carlo Freccero? Un collegamento da casa psichedelico. Si vedeva male e sentiva peggio. Dopo esser stato ripreso più volte da Santoro, non riuscendo a inquadrarsi con la cam del pc, una volta risolti i problemi tecnici, Freccero si è addentrato in un discorso delirante che dall’abolizione della “sequenza e gerarchia delle notizie al Tg1” per arrivare, senza alcun apparente nesso logico, all’ecologia e al gender. Al punto che lo stesso Santoro è stato costretto a tagliare in fretta il collegamento per problemi tecnici. E si arriva così al rettore Tomaso Montanari: “L’unica guerra giusta è quella che non si fa. Oggi gridiamo ai pochi maschi, anziani, ricchi che sono i padroni della terra: fermatevi!”. Evidentemente chiedere a Putin di fermarsi era troppo banale. C’è poi da dire che a “maschi, anziani e ricchi” mancava “bianchi”, qualcuno ci sarà rimasto male.

 

Tra un tocco green su “la guerra è fossile mentre la pace è rinnovabile” e una riscoperta delle “pratiche femministe” contro la guerra, si è presa la scena la sardina Jasmine Cristallo che ha spiegato di essere su quel palco “per trasgredire a un divieto: pronunciare la parola pace senza infingimenti”. Al che, persino al marziano viene da chiedersi: ma quando dicono queste cose ci credono davvero o sotto sotto provano un po’ di sano imbarazzo?