Santoro, Vauro e gli altri del Teatro Ghione. "Putin non doveva invadere, ma..."

Artisti e intellettuali hanno risposto all'invito del giornalista che ha riunito i pacifisti per dire "avanti con il dialogo e stop alle armi"

Giorgio Caruso

Pacifisti riuniti al Teatro Ghione di Roma. Da Vauro a Michele Santoro, da Ascanio Celestini a Sabina Guzzanti, da Fiorella Mannoia a Tomaso Montanari. L'obiettivo era dire "avanti con il dialogo e stop alle armi". Un pacifismo che cerca corresponsabilità, che dice che sì, Putin non doveva invadere l'Ucraina, che è stata una scelta sbagliata, ma... "c'è una comunicazione pericolosa perché cerca di creare un nemico. Questo non significa non condannare l'invasione, non significa non condannare le decisioni che Putin ha preso, ma significa per lo meno, cercare di capire chi è corresponsabile insieme a Putin del macello che sta succedendo", dice Vauro. C'è sempre un ma, insomma.

"L'intervista al ministro Russo Lavrov? È uno scoop!", dice Michele Santoro rispondendo alle polemiche delle ultime ore per l'intervista del ministro russo rilasciata a Giuseppe Brindisi conduttore di Zona bianca su Rete quattro. E aggiunge: "Poi sul come intervisto il ministro è un altro conto". Su un possibile ritorno in politica, Santoro lascia uno spiraglio: "Fare il mio lavoro è la mia politica, ma se il mondo volesse un partito nuovo non capisco perchè io non potrei aderire come tanti altri".

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