Guarda che Luna. Tra letteratura, fumetti e fake news d'antan
Cinquant’anni fa, Armstrong sbarcava sulla Luna. Ma prima di lui c’erano andati Verne, il Barone di Münchhausen, Tintin. Viaggio nell'immaginario lunare
Dalla mostra Mufant - La serie tv Spazio 1999 ambientata sulla Luna
La mostra del Mufant - Il libro con una fake news d'antan sui seleniti
Alfredo Castelli
La copertina del libro di Martin Mystere sulla Luna
Le prime pagine della torinese Stampa Sera dell'epoca
La copertina del volume che raccoglie la saga in due parti di Tintin sulla luna
“È vicinissima, eppure irraggiungibile, era naturale che l’uomo fosse affascinato dalla Luna”. Lo dice al Foglio lo sceneggiatore di fumetti Alfredo Castelli che per i cinquant’anni dall’allunaggio ha curato il volume Le altre facce della luna. Favole per giovani seleniti (Sergio Bonelli Editore), ristampa di quattro storie del suo Detective dell’Impossibile Martin Mystère (e del suo antenato, il Docteur Mystère), con molti articoli ricchi di curiosità sul nostro satellite. Castelli è fra gli ospiti dello speciale di Sky TG24 dedicato allo sbarco sulla Luna: era il 20 luglio 1969 quando l’astronauta Neil Armstrong posò il primo piede umano sul nostro satellite. C’è chi sostiene che lo sbarco non ci sia mai stato, che sia stata imbastita una elaborata messa in scena, visto che la tecnologia all’epoca non lo avrebbe consentito. “Una delle storie del volume affronta proprio questo tema” prosegue Castelli. “Trovo affascinante, ma inverosimile la teoria complottista. Eravamo in piena Guerra Fredda, americani e sovietici gareggiavano anche nella corsa allo spazio: sicuramente i russi controllavano i voli americani, se avessero finto l’allunaggio li avrebbero sbugiardati”.
Nel libro curato da Castelli, il Docteur Mystère vive avventure sopra le righe in un Ottocento fra Jules Verne ed Emilio Salgari. “Ho voluto omaggiare una certa proto-fantascienza”, dice Castelli. “Sulla luna sono andati veramente tutti: da Luciano di Samosata al Barone di Münchhausen. I lunari erano gli alieni per antonomasia, prima che una cattiva traduzione in inglese dei testi dell’astronomo italiano Giovanni Schiaparelli sui canali di Marte (canals, canali artificiali, e non channels, canali naturali) rendesse popolari i marziani. Ho scoperto le edizioni italiane – diverse, perché all’epoca l’Italia era divisa in tanti stati – di una bufala uscita su un giornale americano. All’epoca quando non c’erano notizie, i giornali le inventavano (qualcuno direbbe che lo fanno anche adesso) e un quotidiano si era messo a fare una serie di articoli sostenendo che l’astronomo John Herschel avesse scoperto forme di vita sul nostro satellite.”
Una delle edizioni di questa fake news ante litteram, stampata a Torino dall'editore Vaccarino nel 1836, fa bella mostra di sé nell'esposizione “Luna&L’Altra” nel negozio torinese Bertolini&Borse (via Teofilo Rossi) curata dal Mufant, il Museo del Fantastico e della Fantascienza di Torino che si chiude in questi giorni. Una mostra sulle due lune: quella reale e quella dell’immaginario. Da un lato copie di Stampa Sera del 1969 e modellini degli astronauti, dall’altro immagini del telefilm Spazio 1999 o della serie animata nipponica Sailor Moon. Proiettati a ciclo continuo film di inizio Novecento, come il famoso Voyage dans la Lune di Georges Méliès, forse il primo vero film di fantascienza. Una sorta di catalogo della mostra (anche se non c’è nessun collegamento fra le due iniziative) è il volume La luna nell’immaginario (Odoya) con articoli di vari esperti, fra i quali spicca Michele Tetro, sulla Luna nella letteratura, nei film, nei fumetti, nei telefilm.
La fantascienza racconta il presente, non il futuro e raramente anticipa quello che avverrà. È però accaduto in una famosa saga a fumetti uscita fra il 1953 e il 1954 (ristampata per l’occasione in volume unico da Rizzoli Lizard) del reporter belga Tintin, inventato da Hergè, che raccontava l’allunaggio in maniera scientificamente piuttosto accurata, anticipando anche la sfortunata epopea di Apollo 13 del 1970 con l’equipaggio che riuscì miracolosamente a fare ritorno sulla terra.
E Mickey Mouse torna sulla luna nei numeri 3321 e 3322 di Topolino (in edicola rispettivamente questa e la prossima settimana) nella storia Topolino e il castello sulla Luna, scritta e disegnata da uno dei suoi autori attualmente più apprezzati, Andrea “Casty” Castellan. Al numero 3321 è anche allegato l’AstroTopo, una action figure del personaggio in tuta spaziale. “La storia è un fanta-thriller ricco di misteri e di colpi di scena” dice al Foglio Casty. “Topolino e Pippo si troveranno letteralmente catapultati nello spazio, diretti verso la Luna, e scopriranno tutta una serie di misteri legati a un misterioso castello, costruito da non si sa chi. Ad accompagnarli in questa avventura troviamo un personaggio piuttosto particolare: un ex astronauta dai modi rudi, bizzarro parente di Pippo”. Casty, classe 1967, era già nato il giorno dell’allunaggio, ma troppo piccolo per ricordarselo. “Questa cosa dell'uomo su un suolo che non sia quello terrestre mi ha sempre affascinato. Quello che poi più mi ha incuriosito nel corso del tempo è stato il fatto che, dopo solo pochi anni, le missioni fossero state sospese... 'Perchè?', mi chiedevo fin da piccolo. 'Perchè l'uomo ha paura di andare sulla Luna?'. Da questa domanda è nata la storia che leggerete. Mi affascinano le teorie che negano l'allunaggio, anche se non le sottoscrivo. Ciò non toglie che un giorno mi piacerebbe proprio scrivere una storia su questo argomento. O magari la farò per quando proveremo ad andare su Marte.”
Chissà se mai torneremo sulla Luna come i personaggi disneyani. “Se non ci torniamo questa sarà probabilmente l’ultima celebrazione dell’allunaggio” conclude Castelli. “Chi è nato dall’inizio degli anni Settanta in poi non ha alcuna memoria delle spedizioni lunari, terminate nel 1972. E vista la velocità con la quale vengono macinate adesso le notizie (tutto invecchia facilmente) nei prossimi decenni lo sbarco sulla luna rischia di diventare una leggenda. Il racconto del nonno mezzo rimbambito al quale si fa finta di credere”.
Antifascismo per definizione