A cinquant'anni dal primo passo, torniamo sulla Luna con Rat-Man

Sara Di Carlo

Leo Ortolani racconta il suo nuovo progetto, Luna 2069, per festeggiare l'anniversario dell'allunaggio e per accompagnare il lancio di Luca Parmitano al comando della stazione spaziale internazionale

Lo spazio rappresenta per l'umanità qualcosa di affascinante, misterioso, inafferrabile e distante. Valicare i confini terrestri alla scoperta di nuove forme di vita nell'universo, sognando di vivere su pianeti completamente diversi dal nostro, non sono più soltanto dei desideri da chiedere al genio della lampada. Quel cielo infinito puntellato di stelle che per secoli ha aiutato i viaggiatori ad orientarsi nel mondo e nella sua esplorazione, ha custodito galassie e pianeti lontani, come avevano già intuito scienziati e studiosi del passato, regalando alle generazioni contemporanee la conquista dello spazio.

  

Cinquant'anni fa, esattamente il 20 luglio del 1969, Neil Armstrong e Buzz Aldrin misero piede sul suolo lunare per la prima volta. “Un piccolo passo per un uomo, un grande passo per l'umanità”, è la celebre frase di Neil Armstrong che descrive in poche parole quanto è stato importante quel traguardo nella storia dell'umanità. “Un traguardo che cambia moltissimo. E pochissimo. A seconda di come tu voglia considerare la cosa”, racconta al Foglio Leo Ortolani, uno dei più amati fumettisti italiani contemporanei e creatore di Rat-Man, che dall'esordio nel 1989 è diventato un fenomeno di culto ed è considerato uno dei personaggi più riusciti e umoristici del panorama fumettistico italiano: un supereroe senza abilità, sgraziato, ozioso e di scarsissima forma fisica. Per celebrare il cinquantesimo anniversario dell'allunaggio, Ortolani sta ultimando la lavorazione del suo nuovo romanzo a fumetti dal titolo Luna 2069, edito per Feltrinelli Comics e in uscita per Lucca Comics and Games 2019.

 

“È la storia di un astronauta che, destinato a diventare il primo uomo a tornare sulla Luna nel 2019, si trova improvvisamente esonerato dall’incarico, a favore di un’altra persona. Accetterà così l’invito di un imprenditore molto particolare, capo di un’agenzia spaziale privata, che gli offrirà i mezzi per realizzare la sua impresa. Ma come si intuisce dal titolo, le sorprese di questo loro viaggio non finiscono qui”, dice Ortolani al Foglio.

   

Il 20 luglio 2019 è una data storica anche per un altro motivo. L'astronauta Luca Parmitano, classe 1976, sarà a comando della stazione spaziale internazionale (Iss) nella seconda metà della missione, il primo italiano ad assumere questo incarico. Parmitano, attualmente impegnato nei preparativi della missione, sarà un altro dei protagonisti di Luna 2069. “Luca ha accettato con entusiasmo di prendere parte a questa avventura su carta” – racconta il fumettista al Foglio – “essendo anche un grande lettore di fumetti. Luca è quello che io definisco un 'action man', tipo Sylvester Stallone o Bruce Willis. Un uomo in grado di compiere imprese incredibili, con un sangue freddo e una modestia che colpiscono”. Come già successo con Paolo Nespoli, altro grande astronauta italiano, il contatto tra i due mondi, quello dello spazio e quello del fumetto è arrivato con la precisa richiesta di Asi (Agenzia spaziale italiana) ed Esa (European space agency) di realizzare nuovamente una storia a fumetti che accompagnasse il lancio di Luca Parmitano verso la stazione spaziale internazionale.  

  

La Luna è meno distante dal nostro quotidiano di quanto si possa immaginare: un’infinità di oggetti pensati per affrontare lo spazio in quell'occasione sono poi entrati a fare parte della nostra vita di tutti i giorni. Basti pensare al trapano a batteria, ai tessuti adatti a riparare dalle alte temperature. O agli strumenti diagnostici per monitorare lo stato di salute. “Da sempre – dice Ortolani al Foglio – la ricerca volta alla conquista dello spazio contribuisce ad aumentare la qualità della vita sulla Terra, in ogni suo aspetto. Dal monitoraggio delle condizioni climatiche di zone a rischio allo studio di piante in grado di crescere in zona aride del pianeta, al riciclaggio dell’acqua, fino all’utilizzo di nuovissimi materiali e tecnologie, utilizzate normalmente tutti i giorni, anche dai complottisti: questo anniversario dovrebbe essere vissuto come un enorme segno di pennarello che tira una riga sulla voce 'complottismo lunare'. È il momento di smetterla con queste sciocchezze. Se vogliono partecipare ai festeggiamenti, sono ben contento, ma smettano di sbandierare la loro ignoranza, perché non è più di moda. Proprio grazie alla rete, dove si divertono tra loro e si danno di gomito dicendosi come sono astuti, le loro osservazioni possono essere smontate con un paio di click. Un minimo di ricerca in più e tutto quello che li fomenta svanisce come neve al sole”. “Mi chiedo spesso come mai – prosegue Ortolani – persone che dimostrano tanta passione nel cercare di convincersi e convincerci della falsità di questi avvenimenti, non ne mettano altrettanta nell’essere onesti e corretti, prima di tutto con se stessi. Interi video montati ad arte, per dimostrare una tesi vengono banalmente smentiti guardando i filmati originali. Perché dire una cosa quando i documenti ne mostrano una completamente differente? Questo, non lo capirò mai”.

  

L'Asi in passato ha realizzato operazioni simili anche con Topolino, l'intramontabile rivista a fumetti Disney, trasformando gli astronauti in paperi, e attraverso i supereroi Marvel. Prossimamente uscirà anche un albo di Nathan Never, personaggio di casa Sergio Bonelli Editore. Nel 2017, con C'è spazio per tutti (Panini Comics), Ortolani ha raccontato come l'uomo è finito nello spazio e ha catapultato tra le stelle Rat-Man e l'astronauta Paolo Nespoli, per raccontare con ironia la missione Iss. “Lavorare a una storia che parla di scienza e conquista spaziale è sempre divertente e appassionante”, racconta Ortolani. “Capisci e intuisci le storie di chi ha lavorato con passione e con competenza, restando spesso dietro le quinte, anche se alla fine si ricordano solo i nomi degli uomini che hanno coronato anni di studio e di lavoro, come Juri Gagarin o Neil Armstrong. Ma se hai la pazienza di ricostruire tutta la storia attraverso documenti, scritti e video ti accorgi che quelli che hanno lavorato per portarci verso le stelle sono migliaia di uomini e donne le cui storie appassionano al punto da essere raccontate attraverso il cinema, come nel film Il diritto di contare. Una incredibile opportunità nata da una prima collaborazione di Asi ed Esa con Panini Comics, continua adesso con Feltrinelli Comics, rinnovando la fiducia nel mio lavoro e con cui spero di continuare a collaborare per altri progetti di 'divulgazione narrativa a fumetti'. E’ una magnifica esperienza per chi, come me, in fondo è anche un po’ scienziato”, conclude Ortolani, che di formazione è geologo.

   

“Con Paolo Nespoli ci siamo incontrati grazie alle agenzie spaziali coinvolte. L'Asi cercava un modo per fare conoscere la stazione spaziale internazionale anche ai ragazzi, attraverso il fumetto. Nespoli è un personaggio straordinario, grande lavoratore, grande persona, straordinario divulgatore e relatore. Ci siamo trovati subito in sintonia e ho utilizzato diversi spunti della sua vita per raccontare la storia del personaggio con le sue fattezze. Quando poi è giunto il filmato che mostra Paolo con il fumetto, all’interno della Cupola, il punto di osservazione più spettacolare della stazione spaziale internazionale, mi sono commosso. Era la prima volta nella storia che un fumetto arrivava nello spazio. Ed era il mio. È stato un momento che non dimenticherò. Non finirò mai di ringraziare Paolo e tutti quelli che hanno reso possibile quel momento per avermi fatto questo regalo straordinario”.

   

Anche Paolo Nespoli si è divertito nel rivedersi nelle chine di Ortolani, anche se la sua attenzione si è concentrata sul suo compagno di avventure Rat-Man. “Leo ha scritto un fumetto largamente basato su ciò che gli ho raccontato – racconta Nespoli al Foglio – ma ha fatto anche una ricerca precisa e approfondita, trovando degli spunti interessanti per raccontare questa storia, nel modo più veritiero possibile. Ci sono due aspetti che mi piace sottolineare per questo genere di operazioni. Il primo naturalmente è legato al fumetto, che arriva più facilmente a una fetta di popolazione diversa da quella dell'ambiente scientifico. D'altro lato, un fumetto racconta l'esperienza spaziale, che è diversa da quella dei vari tecnici che sono nello spazio. È un peccato che gli astronauti siano tutti dei tecnici poiché nello spazio mancano gli artisti, i poeti, i giornalisti e tutte quelle figure che non vedono le cose solo con i numeri, ma che usano la fantasia e le emozioni per raccontare. In futuro, con l'apertura ai voli spaziali turistici, si punterà su questo aspetto emozionale”.

   

Il viaggio nello spazio per Leo Ortolani non finisce qui. Ieri nello spazio, oggi sulla luna. Domani chissà. “Marte. Potrebbe essere l’argomento di un terzo volume a fumetti”, dice. “Attraverso il fumetto si riesce a raggiungere più persone grazie 'alle figure', ma se oltre a questo riesci a raccontare le cose in maniera spettacolare o divertente, le informazioni viaggiano anche più facilmente. Nel costruire una storia comunque occorrono semplificazioni su argomenti che magari hai studiato per giorni. Nello scrivere Luna 2069 ho dovuto concedere un po’ di più alla fantasia, pur basandola sui progressi scientifici e tecnologici, per il semplice fatto che al momento non abbiamo ancora una colonizzazione del suolo lunare, argomento della storia. In C'è spazio per tutti si parlava invece di una realtà tecnologica ben precisa, ossia la stazione spaziale, per cui ho potuto 'inventare di meno'. In ogni caso il lavoro dietro la stesura di una storia di questo tipo è sempre tanto”. Buone notizie per i lettori del fumettista: in tema fantascienza, tornerà nel 2020 la saga di Star Rats, la parodia della saga cinematografica Star Wars che giungerà a un finale a dicembre prossimo. E nello stesso anno, la casa editrice Laterza pubblicherà un volume su un'altra antica passione di Ortolani. Il titolo dice tutto: Dinosauri che ce l'hanno fatta.

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