Matteo Salvini (foto LaPresse)

Ora sui migranti irregolari Salvini smentisce se stesso

Luca Gambardella

Il ministro ammette che molti di loro si sono spostati in altri paesi. Tutti i dubbi sull'accordo di estradizione con la Germania e sulle politiche di deterrenza del governo gialloverde

“Ci sono mezzo milione di (migranti, ndr) irregolari in Italia. Con le dovute maniere vanno allontanati tutti, altrimenti si alimenta la confusione”. La promessa fatta da Matteo Salvini in un’intervista a Repubblica risale al gennaio scorso, quando ancora non era vicepremier. Oggi, a Radio Radicale, il ministro leghista è sembrato più cauto, al punto da smentire parte delle sue dichiarazioni rilasciate in campagna elettorale. “Quella dei 491 mila migranti irregolari è solo una stima – puntualizza Salvini – mi dicono che molti di questi non sono più nel territorio italiano. Nell’ultimo anno e mezzo tanti di loro hanno trovato altre sistemazioni da amici o parenti altrove o sono tornati da dove sono venuti”.

  

 

Un’ammissione che, oltre a ridimensionare le cifre allarmanti diffuse dal governo negli ultimi mesi su una crisi migratoria che nei fatti non esiste, apre un altro tema, quello dei movimenti secondari (cioè i migranti che, una volta registrati nel paese di primo arrivo, si spostano poi in altri stati dell’Ue). Le stime dicono che buona parte di coloro che hanno presentato richiesta di asilo in Italia sono riusciti ad abbandonare il nostro paese e a recarsi soprattutto in Europa del nord e in Germania. Si tratta insomma dell’unico sistema di redistribuzione dei migranti attualmente attivo tra i paesi dell’Ue che, seppure illegale e contro le regole di Dublino (che peraltro il governo italiano dice di volere cambiare), al nostro paese conviene mantenere in piedi per ridurre la pressione migratoria sulle nostre coste.

 

Eppure il governo Conte ha avviato delle trattative con la cancelliera Angela Merkel per il rimpatrio nel nostro paese dei migranti secondari arrivati in Germania. L’accordo non è ancora finalizzato e anzi pare ci siano molti attriti tra Roma e Berlino sulle condizioni da mettere nero su bianco. Quello che filtra dal Viminale è che un’eventuale intesa sarà conclusa a saldo zero: per 100 migranti irregolari restituiti dalla Germania all’Italia, i tedeschi si impegnano a prendere altri 100 richiedenti asilo.

 

 

D’altra parte, come ammesso in parte dallo stesso Salvini, rimpatriare i 491 mila irregolari è quasi impossibile. “Sanare il fenomeno non si può, ma è possibile arginarlo”, ha detto a Radio Radicale. Come? Il ministro non lo spiega nel dettaglio, oltre a ribadire l’impegno a sottoscrivere altri accordi bilaterali coi paesi dell’Africa del nord e ad aumentare i respingimenti in mare, Salvini ha ricordato ancora una volta che gli arrivi nel nostro paese sono passati da 107 mila nel 2017 a 21 mila nel 2018. Ma questo dato sugli effetti delle politiche di deterrenza, come appurato da un recente studio dell’Ispi, è falsato se si guarda invece ai numeri assoluti. Se si prendono come riferimento i tre mesi compresi tra il 15 luglio e l’8 ottobre del 2017 e del 2018, si nota come con Minniti al Viminale il calo degli arrivi è stato di oltre 50 mila unità, mentre col governo Salvini è stato di quasi 10 mila. I morti in mare, in compenso, sono più che raddoppiati col ministro leghista: da 3 deceduti al giorno nel Mediterraneo col governo Renzi si è passati a 8 al giorno con quello Conte.

 

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  • Luca Gambardella
  • Sono nato a Latina nel 1985. Sangue siciliano. Per dimenticare Littoria sono fuggito a Venezia per giocare a fare il marinaio alla scuola militare "Morosini". Laurea in Scienze internazionali e diplomatiche a Gorizia. Ho vissuto a Damasco per studiare arabo. Nel 2012 sono andato in Egitto e ho iniziato a scrivere di Medio Oriente e immigrazione come freelance. Dal 2014 lavoro al Foglio.