Il sindaco Virginia Raggi con il pm Nino Di Matteo (foto LaPresse)

Cronologia delle cittadinanze onorarie a Di Matteo nel segno del M5s

Maurizio Stefanini

Roma è solo l'ultima di una lunga serie. Sono già 37 le amministrazioni che annoverano il pm della Trattativa tra i propri cittadini

Roma. 3 aprile 2013: il Blog di Beppe Grillo pubblica un post intitolato “Solidarietà al Pm Di Matteo”, è una dichiarazione firmata dei “Parlamentari del Movimento 5 Stelle di Camera e Senato”. 12 luglio 2017, la Stampa titola: “Nino Di Matteo ci ha detto sì. Prima casella del governo M5s”, riferendo di una fonte grillina, secondo cui il pm “ci ha confermato la sua disponibilità, è il nostro futuro ministro dell’Interno”. Indiscrezione implicitamente confermata dallo stesso Di Matteo, che in un’intervista allo stesso quotidiano dichiara: “A determinate condizioni, un magistrato può contribuire in maniera positiva all’elaborazione di linee politiche che rappresentino la prosecuzione dell’impegno in toga”. 25 luglio 2017: il sindaco Cinque stelle di Roma Virginia Raggi conferisce a Di Matteo la cittadinanza onoraria. Coronamento, metaforico ma anche quasi letterale, di una campagna preparata meticolosamente da anni, e di cui le cittadinanze onorarie sono state una potente artiglieria. Tant’è che al pm palermitano ne sono state conferite ben 37! E non si contano neppure le richieste pendenti o respinte, saranno centinaia, dalle Alpi alle Madonie, negli angoli più remoti di ogni provincia italiana.

 

 

Il conteggio accurato è stato fatto da Beniamino Bonardi, esponente del movimento La Marianna. Ma chi è stato a pompare nelle amministrazioni locali il ministro dell’Interno ombra di Grillo? Un controllo può dare, a seconda dei punti di vista, o qualche sorpresa o qualche conferma per chi si è ormai convinto dell’insipienza del quadro politico nazionale. Se il finale è grillino, la partenza è tutta dem. La lista delle cittadinanze onorarie infatti inizia a Modena il 2 marzo del 2015, per iniziativa di un sindaco Pd. E pure del Pd è quel sindaco di Rozzano, in provincia di Milano, cui la cittadinanza viene conferita il 29 aprile del 2015. Il terzo promotore èil sindaco di Messina Renato Accorinti, indipendente No Ponte sullo Stretto e anticipatore dello schema grillino di Roma dell’acqua bene comune che lascia i cittadini senza acqua. A Torino l’iniziativa è di Piero Fassino. Dopo arriva Grotte in provincia di Agrigento, in provincia di Torino si aggiungono Volpiano e Rivoli. Poi Gubbio, Taormina e, per chiudere l’anno, Bologna il 9 novembre 2015.

 

Sono tutte amministrazioni civiche o del Pd ma, ricordiamolo, Grillo ha già iniziato il suo endorsement per Di Matteo subito dopo il voto politico del 2013. Anzi, il corteggiamento con quell’ambiente è in realtà iniziato già almeno dal 26 settembre 2009, quando Beppe Grillo interviene telefonicamente alla manifestazione delle Agende Rosse di Roma. Secondo lui Salvatore Borsellino, Sonia Alfano, Luigi de Magistris e Antonio Di Pietro sono gli unici che possono stare su un palco senza essere contestati e assicura: “Io, quindi, sarò sempre con voi”. Il problema è che per il momento non sono loro a voler stare con lui, tant’è che per le politiche del febbraio del 2013 decidono di sostenere invece Antonio Ingroia e la sua Rivoluzione Civile. Ma scaduto Ingroia nell’irrilevanza dopo il flop elettorale, il 6 maggio 2014 Salvatore Borsellino interviene a Palermo al comizio di Beppe Grillo per le Europee, con dietro lo striscione “Siamo tutti Di Matteo” e il 24 gennaio 2015 a Roma, in Piazza del Popolo, sul palco dell’evento Cinque Stelle “La Notte dell’Onestà”. “Io non posso scordare che, quando Salvatore Borsellino non lo conosceva nessuno, sono stati i Meetup che mi hanno invitato in ogni parte d’Italia”. Spesso è appunto l’associazione di Borsellino, in giro per i consigli comunali della penisola, all’origine delle cittadinanze onorarie a Di Matteo.

 

 

Ma alcune tracce si trovano in un’interrogazione di Luigi Di Maio del 14 ottobre 2013 sulle minacce rivolte a Nino Di Matteo, nelle cui premesse si trovano per la prima volta le frasi che apriranno poi tutte le mozioni per la concessione della cittadinanza onoraria al magistrato. Il 7 aprile 2014 Di Matteo dà al Sacro blog un’intervista di un’ora intitolata “Non è un Paese per onesti”. Il 20 luglio 2014 sotto il titolo “L’Italia onesta di Di Matteo”, il blog di Grillo pubblica l’intervento pronunciato dal pm della Trattativa il giorno prima a Palermo in via D’Amelio, con l’attacco alle “indicazioni sempre più stringenti” del presidente del Csm Giorgio Napolitano e al patto del Nazareno tra Renzi e Berlusconi: “In una sentenza definitiva della Corte di Cassazione è accertato che un partito politico, divenuto forza di governo nel 1994, ha poco prima annoverato tra i suoi ideatori e fondatori un soggetto da molto tempo colluso con gli esponenti di vertice di Cosa nostra” e ora Berlusconi, leader di quel partito, “discute con il Presidente del Consiglio di riformare la legge elettorale e la Costituzione”.

 

Ancora, il 22 luglio 2014 il blog di Grillo pubblica un post intitolato “Da Matteotti a Di Matteo? #lanuovadittatura”, in cui si dice che “neppure Mussolini ebbe la sfacciataggine del trio NapolitanoRenzieBerlusconi”: “Le parole di Nino Di Matteo, che ha avuto il coraggio di dire che il re è nudo e con esso la democrazia, sono forse un ultimo grido di allarme, sono parole pesantissime”. Il 27 dicembre 2014 il Sacro Blog nomina Di Matteo “L’Onesto - Person of the Year”, con il volto del magistrato su una copertina fake. Il 9 febbraio 2015 una delegazione del M5s incontra Nino Di Matteo a Palermo e al termine dell’incontro Alessandro Di Battista dice che “Sarebbe auspicabile una dichiarazione di solidarietà da parte del presidente Mattarella nei confronti di Di Matteo, condannato a morte da Riina”. Titolo del Blog: “Mattarella incontri il pm Nino Di Matteo!”. E poco dopo Di Matteo partecipa alla Camera a un convegno del M5s “Corruzione, il nuovo volto della mafia”.

 

Mentre i Cinque Stelle costruiscono il loro personaggio, eletti Pd e di liste civiche fanno da ripetitori inconsapevoli attraverso le cerimonie delle cittadinanze onorarie. Addirittura il 15 febbraio del 2016 in Abruzzo ne vengono concesse nove in un colpo solo: Pescara, Chieti, Montesilvano, Spoltore, Città Sant’Angelo, Bucchianico, Miglianico, Mosciano Sant’Angelo e Pineto. Il 4 aprile 2016 segue la Milano di Pisapia, poi Agrigento, Grugliasco in provincia di Torino, Jesi in provincia di Ancona, e il 25 ottobre del 2016 con Livorno arriva la prima importante amministrazione a guida grillina. Lo stesso giorno c’è Trapani, il 12 dicembre Reggio Emilia, nei giorni successivi Grosseto, Acquaviva delle Fonti e il 14 febbraio 2017 Bari col sindaco Pd Antonio Decaro. Nel frattempo, il 2017 inizia con un convegno alla Corte di Cassazione sulla corruzione, in cui Di Matteo elogia il codice etico del M5s. “Le polemiche recentemente conseguite all’approvazione del un codice etico del M5s che riguarda il rapporto tra l’eletto o il candidato di quel Movimento e vicende giudiziarie – dice il pm – mi sembrano sterili. Io credo che quel codice costituisca un importante e molto positivo segnale di svolta”.

 

Piovono altre cittadinanze onorarie: il 21 marzo 2017 è la grillina Pinerolo, poi Monza, seguono Venaria Reale (Torino), Farra d’Isonzo (Gorizia), Locate Triulzi (Milano), Corciano (Perugia) e Pavia il 22 giugno 2017. Arriva da ultima Roma, con una cerimonia che consacra l’unione civico-politica tra il M5s e il partito itinerante del pm (e forse futuro ministro) Di Matteo.