Protesta degli agricoltori davanti al Parlamento europeo a Bruxelles (LaPresse) 

editoriali

I trattori insaziabili. L'Ue prepara altre concessioni, che non bastano mai. E se l'abolissimo, la Pac?

Redazione

La Commissione considererà gli agricoltori in “circostanze eccezionali”, clausola che di solito vale per le catastrofi naturali. Così potranno continuare a ricevere i sussidi della Pac, anche se non ne rispettano le regole. Eppure le proteste diventano sempre più violente

La Commissione e i governi dell’Unione europea si preparano a fare l’ennesima concessione agli agricoltori che assediano Bruxelles e le capitali nazionali. La scorsa settimana Ursula von der Leyen si è detta disponibile a una riforma della Politica agricola comune, nonostante il fatto che la nuova Pac sia in vigore da appena 14 mesi e abbia concesso ampia flessibilità agli stati membri nella gestione di questo settore. Le (poche) norme ambientali che gli agricoltori devono rispettare per ottenere i sussidi dell’Ue verrebbero di fatto smantellate per tornare a un sistema di incentivi finanziari basati su azioni volontarie.
   

Ma per riformare la Pac ci vuole tempo. Così al Consiglio agricoltura di ieri, il commissario Janusz Wojciechowski ha indicato una soluzione ponte. La Commissione considererà che nel 2024 gli agricoltori si trovano in “circostanze eccezionali”, quelle che consentono di non penalizzare chi non è in grado di rispettare le condizionalità delle norme ambientali. Questa clausola generalmente vale per le catastrofi naturali. Secondo Wojciechowski, le “circostanze eccezionali” sono giustificate “dall’aumento dei costi di produzione, dalla destabilizzazione dei mercati a causa della guerra della Russia e dal fatto che gli agricoltori non possano pianificare la loro attività in modo normale”. In questo modo, gli agricoltori potranno continuare a ricevere i sussidi della Pac (un terzo dell’intero bilancio dell’Ue), anche se non rispettano le regole della Pac.

   

Quelle di ieri sono solo le ultime di una lunga serie di concessioni, dopo l’introduzione di potenziali barriere ai prodotti agricoli ucraini, di aiuti finanziari d’emergenza e di eccezioni per alcune norme ambientali. Alcuni ministri, come Francesco Lollobrigida, chiedono ancora di più. Eppure i trattatori diventano sempre più violenti. È giunto il momento di porre gli agricoltori di fronte a un’alternativa: se non vogliono le regole della Pac, aboliamo tutta la Pac, compresi i suoi generosi sussidi.