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Tajani convoca l'ambasciatore ungherese sul caso Salis. FI e Lega: Meloni riferisca

Redazione

L'insegnante italiana trascinata davanti ai giudici in catene. Nordio: "Immagini forti. Ci stiamo attivando". Le opposizioni insorgono e chiedono un'informativa urgente alla premier: Forza Italia e il Carroccio si associano

Il caso di Ilaria Salis deflagra sulla politica italiana. L'insegnante italiana, reclusa da quasi un anno nelle carceri ungheresi con l'accusa di aver aggredito due militanti di estrema destra, è stata condotta in aula in catene: manette ai polsi e ceppi di cuoio con lucchetti a legare i piedi. L'immagine mostra scarso rispetto delle convenzioni e dalle sentenze emanate dalla Corte europea dei diritti dell'uomo da parte del regime ungherese di Viktor Orbán. Al punto tale che sulla vicenda è intervenuto direttamente il governo italiano.
 

"È una fotografia molto dura", ha detto il ministro della Giustizia Carlo Nordio. Spiegando di aver incontrato il padre di Ilaria Salis. "Naturalmente la magistratura ungherese è sovrana. Ci si può attivare, cosi come ci stiamo attivando, attraverso i canali diplomatici, facendo tutto il possibile per attenuare le condizioni rigorose in cui è detenuta". Mentre il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha "chiesto al governo ungherese di vigilare e di intervenire affinché vengano rispettati i diritti, previsti dalle normative comunitarie" ma ha specificato "Orban non c'entra niente. Non è che il governo decide il processo. La magistratura è indipendente". Intanto il ministro degli Esteri ha richiamato alla Farnesina l'ambasciatore ungherese in Italia. Anche l'ambasciatore italiano avrà un incontro quest'oggi con esponenti del governo ungherese.
 

Alla Camera il M5s e il Pd hanno presentato entrambi una richiesta di informativa urgente alla presidente del Consiglio Giorgia Meloni: "Vogliamo capire se il governo già sapeva delle condizioni a cui è sottoposta Ilaria in un paese di cui Meloni si vanta di essere amica", ha spiegato il capogruppo Francesco Silvestri. Alla richiesta di informativa si sono associati anche Forza Italia e Lega"Esprimiamo parere favorevole alla richiesta di informativa ma non per le motivazioni che ho ascoltato dalle opposizioni", ha detto il deputato leghista Davide Bellomo.
 

Interrogazioni analoghe saranno depositate anche in Ue dai grillini. Proprio da Bruxelles arriva il commento piuttosto timido del portavoce della Commissione europea Chistian Wigand: "Non commentiamo i singoli casi, ma tutti gli stati Ue devono rispettare le raccomandazioni europee sulla detenzione". Dure le dichiarazioni anche delle altre opposizioni: "Assurdo e inspiegabile che dopo 24 ore dalla diffusione delle foto di Ilaria Salis in catene, Meloni resti ancora in silenzio: paura di disturbare il suo maestro Orban?", dice il deputato del Pd Alessandro Zan, gli fa eco la senatrice di Italia viva Raffaella Paita: "Meloni alzi il telefono e faccia rispettare i diritti di Salis". Mentre un altro dem, Gianni Cuperlo, lancia l'idea di un sit-in sotto l'ambasciata ungherese.
 

Salis, che è stata arrestata nel febbraio 2023 dopo aver, secondo l'accusa, aggredito dei manifestanti neonazisti che partecipavano a un corteo a Budapest, rischia secondo le leggi ungheresi fino a 24 anni di carcere. "Mia figlia viene trattata come un animale. È da 11 mesi che non stiamo scherzando ma stiamo dicendo i fatti. Il punto è che sia i politici e il governo sia anche molti giornali fanno finta di non vedere e continuano a parlare del fatto se sia colpevole o no, lasciando in totale secondo piano il fatto che c'è una violazione vergognosa dei diritti civili", si è sfogato nelle scorse ore il padre della donna, Roberto Salis. Secondo la difesa un'altra delle gravi violazioni durante il processo sarebbe stata la non messa a disposizione dei suoi legali delle immagini della presunta aggressione. Così come la traduzione in italiano dei precisi capi d'imputazione
 

L'Hungarian Helsinki Commitee, organizzazione umanitaria che si occupa dei diritti dei detenuti, in una serie di report ha dimostrato il fallimento delle autorità ungheresi nell'uniformarsi alle sentenze della Corte europea dei diritti dell'uomo. Evidenziando soprattutto il sovraffollamento carcerario, mai così alto da 33 anni a questa parte, acuito dalla tendenza del sistema giudiziario ungherese di ricorrere alla carcerazione preventiva

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