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puzza di esami

I futuri presidi selezionati tra piccioni e puzza di fogna: il concorso a Fiera di Roma

Redazione

Il concorso pubblico per la selezione dei dirigenti scolastici si trasforma in un'odissea: sei ore e mezza di caos per 2.321 concorrenti. Il ministero apre un'indagine. Valditara: “Le disfunzioni sono inammissibili"

Un esame tra i piccioni e la puzza di fogna. Come racconta il quotidiano La Stampa, è così che si è svolto il concorso straordinario riservato ai dirigenti scolastici che si è tenuto il 6 maggio in un padiglione della Fiera di Roma. Durante la prova scritta i 2.321 concorrenti hanno dovuto affrontare disagi e inconvenienti. 

La Stampa ha raccolto alcune testimonianze che ben rappresentano lo stato di difficoltà in cui sono stati messi i candidati. La convocazione era prevista per le 10.30, ma la prova è cominciata quattro ore dopo, tra complicate procedure di autenticazione e locali poco accessibili a persone con handicap. Oltre a ciò, uno spiacevole inconveniente: il padiglione destinato alla prova era maleodorante, per cui si è deciso di aprire le finestre, se non fosse che ciò ha comportato l’entrata di alcuni piccioni nelle aule. 

La Stampa ricostruisce la giornata, aggiungendo ulteriori dettagli:  “I candidati si siedono alle 13.30. Ma dopo neanche cinque minuti l’ennesimo stop. (…) Nel padiglione c’è chi si alza per protesta. Chi urla 'vergogna' e chi sbatte i pugni sul banco. Capiscono più tardi quale sia il problema, quando gli addetti alla sorveglianza sono costretti ad aggiungere banchi, insufficienti rispetto al numero di candidati (…). Hanno iniziato a chiedere chi volesse dell’acqua solo in quel momento - ricorda un docente di Scienze Matematiche - aumentando la confusione”.

Tra problemi tecnici, la carenza di tablet e sedie, e malori dei candidati portati via in ambulanza per il tanfo, alle 17 l’esame si è concluso. Un ritardo che ha provocato disagi a tutti coloro che hanno dovuto acquistare nuovi biglietti - di treni o aerei - per tornare a casa. 

A superare la prova sono stati 1.971 candidati, pari all’85 per cento dei presenti, benché l’ammissione agli orali non sia una consolazione sufficiente a perdonare i disservizi.

“Le disfunzioni sono inammissibili, ho disposto che gli Uffici ministeriali acquisiscano tutti gli elementi per individuare, tra i vari enti competenti per la procedura, quelli cui siano addebitabili i problemi riscontrati, affinché ne possano rispondere”, ha detto il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara commentando la vicenda. 

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