Il cortocircuito della zuppa sulla Gioconda: gli ambientalisti si schierano coi trattori (e il gasolio)

Nessun danno per l'opera di Leonardo, protetta dal vetro blindato. L'azione del collettivo Riposte Alimentaire invita a "unirsi agli agricoltori in protesta”. Peccato che quelli lottano per l'uso di pesticidi e per avere carburante a buon prezzo

Enrico Cicchetti

"La Gioconda è così universalmente nota e ammirata da tutti che sono stato molto tentato di utilizzarla per dare scandalo", diceva Marcel Duchamp dopo averle "appiccicato" i famosi baffetti nel suo ready-made L.H.O.O.Q.. L'hanno poi "dissacrata" (rendendole in verità omaggio) Basquiat e Botero, Andy Warhol e Keith Haring. Ma il dadaista aveva usato una riproduzione fotografica dell'opera di Leonardo da Vinci e gli altri artisti ne hanno realizzato una propria versione. Ieri mattina invece sono state due attiviste ambientaliste francesi a prendere di mira il quadro più famoso del mondo, e questa volta hanno colpito direttamente l'originale. Al Museo del Louvre, a Parigi, una coppia di militanti per il clima – Sacha, 24 anni, e Marie-Juliette, 63 anni – ha oltrepassato la barriera che separa i visitatori dal quadro e lanciato sulla Gioconda della zuppa che era stata nascosta dentro ad alcune buste che avevano con sè. L'obiettivo, dicono, era quello di rivendicare il diritto a “cibo sano e sostenibile“. Le due donne appartengono al collettivo Riposte Alimentaire, che ha appena cambiato nome dal precedente Dernier Rénovation e che fa parte della rete internazionale A22 (alla quale appartengono gli italiani di Ultima Generazione). Le due ecologiste hanno gridato frasi come "Il nostro sistema agricolo è malato", "Cosa è più importante? L’arte o il diritto a un’alimentazione sana?". L'azione non ha danneggiato la Monna Lisa, protetta da uno spesso vetro blindato. 

   

 

Il lancio della minestra viene presentato dal collettivo come "il kick-off di una campagna di resistenza civile sul cibo sostenibile". Riposte Alimentaire ha invitato a “unirsi agli agricoltori nelle loro mobilitazioni” della prossima settimana e a “rifiutarsi di essere etichettati come nemici degli agricoltori”. L'appello è stato firmato anche da Greenpeace, Alternatiba, Friends of the Earth, France Nature Environment, Earth Uspirings, Attac, Youth for Climate, Extinction Rebellion e diverse decine di altre associazioni e personalità.

Stupisce tuttavia la solidarietà offerta dagli ambientalisti agli agricoltori della Francia, il più grande produttore agricolo dell’Ue. Da settimane i contadini francesi - scesi in strada insieme a quelli di mezza Europa - stanno portando avanti dure proteste contro alcune politiche interne come, tra le altre, l'aumento dei prezzi del gasolio non stradale (GNR, un carburante inquinante, utilizzato per le macchine agricole, che ha beneficiato a lungo di agevolazioni fiscali da parte del governo che adesso vorrebbe puntare sui biocarburanti). Molti agricoltori d'oltralpe – soprattutto quelli rappresentati dalle grandi confederazioni – lottano anche contro l’applicazione del Green Deal europeo, compresa la diminuzione o eliminazione dell’utilizzo di pesticidi.

Il venerdì prima dell’attacco al museo, i trattori dei contadini in rivolta hanno bloccato 400 chilometri di strade e autostrade. Preoccupato, il premier Gabriel Attal ha rinunciato a tagliare le agevolazioni sul gasolio a uso agricolo, mentre l'estrema destra strizza l'occhio alle proteste in chiave elettorale. 

Tutto ok per gli ambientalisti francesi?

  • Enrico Cicchetti
  • Nato nelle terre di Virgilio in un afoso settembre del 1987, cerca refrigerio in quelle di Enea. Al Foglio dal 2016. Su Twitter è @e_cicchetti