nel giorno della memoria

Rinviato il corteo pro-Palestina a Roma. Ma gli organizzatori si spaccano: "Sfideremo i divieti"

Gianluca De Rosa

Dopo le polemiche per le manifestazioni nel Giorno della memoria, la questura della capitale formalizza il differimento. La comunità palestinese: "Ci dispiace, ma rispetteremo la legge". Ma altre associazioni rilanciano: “Saremo in piazza lo stesso”

“Il ministro Piantedosi vieta i cortei del 27 gennaio perché ‘la commemorazione della Shoah è sancita dalla legge dello Stato’. Ma è proprio la memoria che ci impone di scendere in piazza il 27 contro e nonostante i divieti, contro un governo fascista". Su Instagram i giovani palestinesi d’Italia, una delle associazioni promotrice dei cortei pro Palestina di domani 27 gennaio, giorno in cui si celebra la memoria dell’Olocausto, promette di scendere in piazza nonostante la scelta di alcune questure di prescrivere il rinvio delle manifestazioni alle giornate successive. La presidente del Consiglio Giorgia Meloni questa mattina aveva spiegato: “La questione dei cortei ci preoccupa abbastanza in questo momento al di là del merito delle manifestazioni perché in Italia, come sapete, rispettiamo il diritto di manifestare. Ci sta lavorando Piantedosi, vediamo cosa emerge”.

Si grida al fascismo, ma in realtà il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi non ha vietato i cortei. Dopo l'appello della comunità ebraica, ieri, attraverso il capo della polizia Vittorio Pisani, il Viminale ha inviato alle Questure una circolare per chiedere di trattare con gli organizzatori un rinvio. Un tentativo di mediazione insomma, con la possibilità, prevista dal Testo unico delle leggi di pubblica sicurezza, anche di emettere “per ragioni di ordine pubblico, di moralità o di sanità pubblica” delle prescrizioni su “modalità di tempo e di luogo” delle proteste. A Roma questo è avvenuto ed è probabile che accada lo stesso nelle prossime ore anche a Milano e Napoli. La Questura ha consegnato a Maya Issa, presidente del Movimento degli studenti palestinesi, una delle associazioni promotrice, un documento, che è stato controfirmato, che conferma l’autorizzazione al corteo, ma prescrive che questo debba svolgersi non domani, ma “in una data successiva dal 28 gennaio in poi”. 

Nonostante il divieto però è probabile che domani i cortei si svolgano lo stesso. Lo ha spiegato la stessa Maya Iassa: “Noi ci riserveremo di decidere se manifestare domenica 28, ma non possiamo garantire che non ci siano persone che domani scendano comunque in piazza”. La comunità palestinese di Roma comunque promette di rispettare le prescrizioni: "Rispettiamo la legge ma ci dispiace per questa decisione" ha detto il presidente Yousef Salman. Ma altre sigle, come l'assocazione dei giovani palestinesi d'Italia non farà altrettanto. Anche Potere al popolo sarà lo stesso in piazza. "Noi sfideremo i divieti di Piantedosi", assicura il portavoce nazionale del partito Giuliano Granato.

Il mondo della politica intanto si è compattamente schierato per il rinvio dei cortei.  Anche i sindaci di Roma e Milano, Roberto Gualtieri e Beppe Sala, hanno sposato la linea del governo. “Un paese democratico non ha paura della libertà di pensiero e queste manifestazioni è giusto che ci siano, ma il giorno della memoria dovrebbe essere tenuto al riparo”, ha detto Gualtieri. Anche una deputata attenta alla situazione palestinese come la dem Laua Boldrini ha spiegato: “Io credo che non sia giusto organizzare un corteo per il 27 gennaio perché si parla di Shoah". Fa eccezione il M5s. Stefania Ascari, deputata grillina che due giorni fa era alla Camera con Alessandro Di Battista per denunciare “l’occupazione israeliana”, dice: “Manifestare pacificamente per un diritto non è mai un reato. Sabato dovrebbe venire anche la comunità ebraica, quando ci sono manifestazioni per la pace tutti dovremmo partecipare”.