Il giorno della memoria

Piantedosi: "Spostare i cortei pro-Palestina del 27 gennaio o valuteremo intervento"

Dopo l'appello della comunità ebraica, il governo dice che è al lavoro per chiedere il rinvio delle manifestazioni. Sala e Gualtieri passano la palla ai prefetti, il Pd non si esprime. Ricciardi (M5s): "Non sono inopportune". E spunta Di Battista: "Basta con l'uso strumentale dell'antisemitismo"

In vista della Giornata della memoria del 27 gennaio prossimo, il governo ha chiesto agli organizzatori di spostare le manifestazioni pro-Palestina, oppure saranno fatte delle "valutazioni" sulla loro autorizzazione. È questo il senso delle parole del ministro dell'Interno Matteo Piantedosi, pronunciate questo pomeriggio durante la conferenza stampa convocata dopo il Consiglio dei ministri. Il centrodestra ha sostanzialmente chiesto un rinvio dei cortei organizzati a sostegno della causa palestinese previsti per sabato, in concomitanza con la Giornata della memoria, mentre né il Movimento 5 Stelle né il Pd hanno espresso una posizione. A criticare l'eventuale rinvio è stato Alessandro Di Battista, che intercettato dai cronisti ha detto di non vedere nulla di sbagliato nei cortei di sabato. Le manifestazioni più importanti saranno quelle di Roma e Milano, ma sono previste anche altre iniziative in giro per l'Italia.
 

Rispondendo a una domanda in conferenza stampa, il ministro Piantedosi ha spiegato la posizione dell'esecutivo: "La libertà di manifestazione ha una sua sacralità intrinseca. Ci sono delle valutazioni in corso. Confido nelle autorità di pubblica sicurezza, che stanno incontrando gli organizzatori per vedere se differire le manifestazioni in altri giorni, non per negare un diritto, ma per renderlo compatibile con i valori. Dove questo non accadesse per autonoma decisione degli organizzatori, faremo le nostre valutazioni in base agli scenari".
 

La risposta accoglie, almeno in parte, l'appello della comunità ebraica di Roma, che nei giorni scorsi – attraverso il suo presidente Victor Fadlun – ha chiesto di vietare i cortei in favore della causa palestinese il prossimo sabato: "La manifestazione pro-Palestina a Roma indetta per il 27 gennaio sarebbe una sconfitta per tutti. Non capiamo come sia stato possibile concedere l'autorizzazione in una ricorrenza che è internazionale, per di più nel contesto del 7 ottobre, massacro antisemita come non se ne vedevano dai tempi del nazismo. Alle istituzioni, nazionali e locali, chiediamo di impedire questa vergogna". Fadlun ha chiesto "responsabilità e buon senso" alle istituzioni, non capendo la scelta di autorizzare il corteo "anche per le possibili conseguenze sull'ordine pubblico e la sicurezza di Roma".
 

Il sindaco di Roma Roberto Gualtieri ha rimesso la decisione alle forze dell'ordine: "Deciderà la prefettura", fa sapere il primo cittadino al Foglio, ricalcando la stessa linea del sindaco di Milano Beppe Sala. "Lascio al prefetto la decisione rispetto alle manifestazioni in città – ha detto l'inquilino di Palazzo Marino – Non è semplice perché i cortei possono non essere autorizzati per ragioni di forza maggiore e di sicurezza". Anche a Milano, come nella capitale, la comunità ebraica ha chiesto di non concedere l'autorizzazione per i sit-in. 
 

Nel mondo politico, per il momento, a destra la posizione è concorde. Sulla scia di quanto chiesto dal governo, il vicepresidente della Camera Giorgio Mulè (Forza Italia) ha accolto gli appelli delle comunità ebraiche e ha spiegato: "È necessario evitare che il 27 gennaio ci possono essere manifestazioni che, anche inconsapevolmente, possono disturbare o turbare la solennità della giornata. Siano dunque gli stessi promotori di iniziative come le manifestazione per la Palestina a fare un passo indietro". Parole condivise anche dal capogruppo degli azzurri alla Camera, Maurizio Gasparri, che ha spiegato come la manifestazione di sabato rappresenterebbe una "sconfitta per tutti". 
 

A sinistra, invece, non sono ancora chiare le posizioni dei vari partiti. Il Partito democratico non ha espresso un parere sull'appello di Victor Fadlun. Mentre il vicepresidente del M5s, Riccardo Ricciardi, al Foglio dice: "Le manifestazioni che chiedono pace e stop al massacro sono opportune tutti i giorni".

 

 

Contrario all'eventualità che i cortei vengano annullati è anche l'ex frontman grillino, Alessandro Di Battista. Intercettato dai cronisti, prima dell'inizio di una conferenza stampa alla Camera per la presentazione di un libro, ha detto di "non vederci nulla di sbagliato" nella manifestazione di sabato. "Ho letto le dichiarazioni della comunità ebraica e dico 'basta' a bollare di antisemitismo tutto. Questo è uso strumentale dell'antisemitismo per manifestazioni che vengono fatte semplicemente per fermare un massacro quotidiano". 

 


Video di Giorgio Caruso